Focacceria Genovese Sant’Agostino Gran Torino, recensione: il pop di qualità in centro

Focacceria Genovese Sant'Agostino è un nome storico per la focaccia ligure e la pizza in teglia tonda a Torino: la nostra recensione.

Focacceria Genovese Sant’Agostino Gran Torino, recensione: il pop di qualità in centro

Focacceria Genovese Sant’Agostino Gran Torino è un posto storico di Torino per la focaccia genovese, la farinata, la focaccia tipo Recco e la pizza in teglia: aperta nel 1997 da Salvo Lo Porto nell’omonima via del quadrilatero romano, ora si è espansa con altri due locali sempre centralissimi (piazza Castello e via Lagrange) sotto il marchio Gran Torino – il gioco di parole con “grano” è più evidente nel logo, dove compare una spiga e le due parole condividono la O finale.  

(Può un posto aperto nel ’97 essere definito storico? La mia mente ancora ha delle resistenze ad accettare questa cosa, per me ma forse per ognuno di noi “storico” significa come minimo precedente alla propria nascita, se non addirittura risalente al secolo scorso – ma ops, è proprio questo il caso, e comunque sono passati venticinque anni, stacce.) 

È un posto multitasking e multi-target: rivolto tanto al turista di passaggio quanto al residente aficionado; aperto dalle nove a mezzanotte, quindi per cena per pranzo e per una seconda colazione salata; offre più modalità di fruizione tra le quali i clienti si dividono equamente. C’è chi prende e porta a casa, chi compra un pezzo “da passeggio” come si dice qua, chi infine si siede nei pochi tavolini all’interno, che d’estate si allargano per quel poco che si può nel vicolo fuori – uno di quei vicoletti che ricordano Napoli, o Genova appunto.

Farine bio, vini a fermentazione naturale, un forno a legna apposta per la farinata: Focacceria Sant’Agostino aspira ad essere un pop di qualità. La leggenda metropolitan/internettiana vuole che non abbia mai chiuso neanche per un giorno di ferie – non so se è vero ma so che non è una cosa di cui io mi andrei a vantare in giro, ecco. 

Il locale si definisce focacceria e pizzeria. Ora, non staremo qui a disquisire su ciò che distingue la pizza dalla focaccia: secondo alcuni una questione di spessore, secondo altri di cottura in teglia o fuori, secondo altri (noi) tecnicamente di momento in cui avviene l’ultima lievitazione, ma infine semplicemente un fatto di denominazioni tradizionali da accettare senza stare a spaccare il capello in quattro. Entriamo, e vediamo come si mangia.

Le focacce e le pizze di Gran Torino

Le focacce e le pizze di Gran Torino vengono vendute a pezzo e non a peso, come si usa invece adesso nella new wave della pizza al taglio di stile romano. Il che è un vantaggio perché i prezzi sono chiari, uno svantaggio perché non si può decidere quanta prenderne, la porzione è quella. 

Focaccia genovese classicissima, cotta nelle teglie rettangolari: dovrebbe essere il prodotto di punta, e male non è; ma c’è qualcosa che non convince nell’equilibrio tra croccantezza e sofficità (un po’ spinta la prima, un po’ manchevole la seconda), e tutto sommato il gusto non è così spinto verso l’unto/salato che caratterizza la genovese. Quella con la cipolla, data la farcitura, non ha problemi di crosta né di sapore: molto buona.

Le pizze vengono cotte in teglie tonde, grandi – una specie di pizza al padellone anziché al padellino – e vendute a spicchi. Il fondo è brunito e croccante come ci si aspetta, neanche tanto oleoso. Super tipico (da queste parti) e super umami l’abbinamento peperoni e acciughe; ben lievitata, sembra spessa ma è solo l’abbondanza di mozzarella. Infatti la gorgonzola e coppa si rivela leggerissima e sottile; e altrettanto golosa, nonostante gli erborinati patiscano un po’ il forno.

Varie altre tipologie vengono sfornate a getto continuo (ed eventualmente riscaldate se è passato un po’ di tempo). C’è anche una margherita a lievito madre, allungata come una pizza in pala: il colore è scarico come spesso accade alle pizze a lievitazione naturale, ma l’aveolatura all’interno c’è, e il gusto pure, solo screziato da una punta di acido/secco nell’impasto.

La focaccia al formaggio, quella sottilissima in stile Recco che “di Recco” non si può chiamare, è gustosa ma non avvolgente come ci si aspetterebbe.

Vini in bottiglia e al calice, pochi ma ben scelti, e come si diceva a fermentazione naturale. Birre sbrigativamente descritte come “italiane in bottiglia, bionda e rossa straniere alla spina”; nel nostro caso due belghe, la Legere di Bertinchamps e di un’ambrata di Viven, probabilmente la Special Ale.

I prezzi sono abbordabili ma non da beneficenza, siamo sempre in centro a Torino (i 19 euro che vedete sono per due focacce e due spicchi di pizza, oltre a due birre piccole – le altre sono state provate a parte).  

Opinione

pizzerie

Focacce in stile ligure e pizze a spicchi in teglia tonda: Sant’Agostino è un nome storico di Torino che coniuga bene pop e qualità, un porto sicuro in una zona dove le trappole enogastronomiche sono all’angolo di ogni street (food).

PRO

  • L'ambiente da osteria contemporanea.

CONTRO

  • Il servizio al banco è un po’ sbrigativo, si vede che normalmente devono fronteggiare l’assalto di decine di persone.
VOTO DISSAPORE: 6.5 / 10
Voto utenti
Focacceria Genovese Sant’Agostino
Focacceria Genovese Sant’Agostino
Focacceria Genovese Sant'Agostino Gran Torino, Via Sant'Agostino, 6, 10122 Torino, TO, Italia