Nella mia famiglia d’origine il venerdì era il giorno santo: era il giorno della pizza. Che fosse al taglio, in dosi e cartoni considerevoli, oppure in pizzeria, negli indirizzi che si ripetevano uguali di anno in anno, finché il pizzaiolo non ci faceva uno sgarro e spariva dai nostri radar, il venerdì era il venerdì. Una delle più grandi conquiste dell’età adulta è stata proprio quella di poter scegliere di mangiare la pizza anche in giorni impensabili, che so, il lunedì a pranzo, il martedì a cena. Ma oggi non è quel giorno. Oggi venerdì è come ai vecchi tempi, c’è la pizza. Via Eurialo è la seconda sede di Elettroforno Frontoni, un’insegna storica di Roma ma presa in mano da tre giovani ragazzi, uno dei quali nipote del fondatore.
La prima pizzeria si trova in Via Ostiense 387, mentre qui siamo nel mezzo dell’Appio-Latino, tra Via Tuscolana e Via Appia. Comincio col dire che non è la prima volta che vengo qui, che non sono mai stata all’altro indirizzo (ma ci andrò, per capire come vanno lì le cose) e che la zona pullula di pizzerie in vari formati. La competizione è alta, il pubblico c’è, a me la pizza piace moltissimo: insomma sembra ci siano tutti gli ingredienti per un venerdì col botto.
E invece ci sono alcune cose che non funzionano. Prima di tutto è venerdì sera, l’ho già detto, e il banco si presenta puntellato da poche proposte. Ho scelto con attenzione il mio orario: come si vede dallo scontrino, viene battuto poco prima delle 8. A quest’ora mi aspettavo di vedere un banco traboccante, e invece no. Forse lavorano molto con il delivery? Può essere. Fatto sta che chiedo una margherita e la margherita non c’è. Starà uscendo? È appena uscita ed è già finita? Chi può dirlo. Quest’offerta così a ridotto regime mi ha dato l’idea di un’attività non in perfetta salute ma soprattutto ha reso la mia esperienza non concorrenziale con mille altri indirizzi che avrei potuto trovare per strada. Oppure di un branco di scolaresche fameliche appena transitate da quelle parti.
La pizza che si trova qui, per un avventore casuale, potrebbe sembrare una pinsa, quella cosa di cui girava voce che fosse una ricetta degli antichi romani e invece era un’invenzione truffaldina dei tempi moderni. La pizza di Frontoni è una pala di dimensioni più ristrette rispetto alle lunghe pale dei forni storici di Roma (ad esempio Roscioli), la pizza alla pala “stirata” e kilometrica da maneggiare con cura. Sul menu ci sono molte scelte stagionali e tante opzioni con verdure, ed è una vera rarità in questo campo. L’impasto è croccante sui bordi, più morbido al centro per via dei condimenti. La cottura è buona, non ci sono bruciature ma neanche picchi notevoli di fragranza. L’impasto aveva già perso un po’ di struttura e anche i condimenti non risultavano ben bilanciati o copiosi. Nella pizza con il pomodoro quest’ultimo è un velo, mentre in quella con la verza, il formaggio è appena percettibile. Ho apprezzato invece moltissimo che ci fosse l’origano fresco a condimento, una chicca. Chiudo con una delle specialità della casa: la pizza con il sesamo e quella con i semi. Le ritengo entrambe prove dell’esistenza di un dio pizzaiolo.
Il servizio viene svolto con grande cortesia dalla ragazza che gestisce il banco. Alla mia richiesta: “fate anche i supplì?” mi indica silenziosamente un cartello sulla cassa che dice che dal 21 Marzo non vengono realizzati più fritti a causa del rincaro delle materie prime e dell’olio da frittura. Cito questo episodio non per cedere in facili giudizi, che reputo assolutamente inutili, ma per mostrare le difficoltà oggettive che in questo momento stanno incontrando le piccole realtà. E anche le risposte che formulano per contenerle: per esempio azzoppare una parte della produzione. È successo lo stesso con il numero dei gusti da sfornare volta per volta? Non saprei. Tuttavia nella pizza al taglio c’è una regola: quello che metti sul banco vendi.
I prezzi intanto sono abbastanza proporzionati: tra i 10 e i 18 euro al kilo per alcune pizze più elaborate. Il locale è anche abbastanza curato, con alcune sedute alte interne per avere un appoggio per mangiare, e un bancone ad angolo, formula che personalmente non mi ha mai convinto del tutto, e che permette di organizzare l’offerta tra una parte dedicata al pane e alle pizze bianche e quella dedicata alla pizza. Per la birra, ci sono in bottiglie sia proposte artigianali che Ichnusa. Una cosa buona è successa sicuramente: mi è venuta voglia di provare l’altro indirizzo per capire se sarà più convincente e se è stata solo una serata storta.
Opinione
Un indirizzo discreto per la pizza alla pala a Roma, in un ambiente più fresco rispetto alle storiche insegne romane. Tuttavia la gestione del prodotto e dell’offerta segna alti e bassi che non fanno brillare l’esperienza. Da riprovare.
PRO
- Pizza al sesamo!
- Ambiente e servizio a favore di cliente
CONTRO
- Poca offerta e varietà nei gusti
- Impasto che ha "sofferto" sul banco perdendo di fragranza
- Assenza di prodotti di punta, come la margherita