La pizzeria “Crudo fa la pizza“, come suggerisce il nome stesso, è uno spin-off o evoluzione di Crudo, osteria contemporanea di Torino che ha cambiato più volte sede. Il locale dedicato alla pizza è in centrissimo, tra piazza Castello e piazza Palazzo di città, in una viuzza dove l’offerta gastronomica è fitta.
L’ambiente carino, informale senza essere né finto rustico né fighettino; la sala è piccola, poco più di venti coperti, e a ridosso della cucina/laboratorio, con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso. La pizzeria si autodefinisce gourmet, il che già fa un po’ sorridere in sé: ma ci siamo andati per verificare in prima persona.
Il menu
Il menu di Crudo è essenziale, e questo già piace visto che abbiamo più volte sottolineato quanto ci sia bisogno di menu brevi. All’inizio, solo farinata – tipico antipasto delle pizzerie classiche torinesi – e mozzarella – tipica proposta dei locali contemporanei che vogliono mettere l’accento sulle materie prime. Dodici pizze (compreso un calzone) e quattro focacce: sia le pizze che le focacce sono presentate con la dicitura “gourmet”.
Molto gourmet sicuramente sono i prezzi, che si aggirano tutti tra i 10 e i 12 euro, e i condimenti: a parte i nomi tutti di fantasia (ma tutti a tema geografico tipico), le pizze classiche sono evitate (marinara) o reinterpretate (tre versioni di margherita). Poco gourmet è il fatto che la maggior parte delle pizze siano a base rossa – non so perché ma ultimamente nelle pizzerie che se la tirano la salsa non è vista di buon occhio – e la scelta degli ingredienti, anche se non mancano le curiosità (buzzonaglia di tonno, tuma dei Nebrodi, formaggio ragusano, provola silana), come pure degli abbinamenti, senza tanto slancio. La carta del bere è esigua e non all’altezza delle altre aspirazioni.
Le pizze di Crudo
L’impasto base delle pizze di Crudo dovrebbe essere quello che il menu definisce “napoletano reinterpretato”: ma la cottura, anche se fatta in un forno elettrico di quelli approvati anche dall’ortodossia partenopea, è a una temperatura più bassa, per un tempo leggermente più prolungato. Il risultato è un disco sicuramente ben cotto ma che rimane un po’ rigido, tenace al morso e asciutto al palato.
La focaccia Amalfi ha una strana presentazione: arriva tagliata a spicchi ma i condimenti non sono distribuiti sulle fette ben separate, seguendo quello che ormai è lo standard della pizzeria gourmet/degustazione: sembra più una focaccia come una volta, un po’ anni 80/90. Anche la quantità sovrabbondante di rucola è un po’ 80/90, però nel complesso l’abbinamento è ben pensato pur senza essere originale (stracciatella di fiordilatte, bufala, acciughe, scorze di limone): avremmo forse preferito sentire di più il profumo delle zeste, e di meno il sale delle alici.
Anche la Regina Margherita non è male ma promette molto più di quanto mantiene: l’idea è quella di stratificare tre tipologie di bufala – mozzarella, ricotta, scamorza – ma alla prova dei fatti, sarà anche per la sovrapposizione dei tre latticini, non è che i sapori risaltino nella loro differenza. E questa è un po’ la caratteristica generale della pizzeria.
Opinione
Il conto resta sotto i 20 euro a testa nonostante i prezzi di partenza delle pizze siano tutt’altro che bassi. “Crudo fa la pizza” è una discreta pizzeria contemporanea il cui unico difetto è quello di voler apparire molto più gourmet e particolare di quanto in effetti sia sia.
PRO
- L'ambiente fresco e informale
- Il prezzo tutto sommato accessibile
CONTRO
- Nel menu sono annunciati tre tipi di impasto a scelta, uno dei quali in automatico nelle focacce gourmet, ma li fanno solo nel weekend
- L'insistenza sul termine gourmet