Bottega Flegrea è una pizzeria in stile napoletano di Rivoli, alle porte di Torino, proprio come i campi flegrei da cui prende il nome sono alle porte di Napoli. Ma, in quel caso come in questo, la collocazione fuori dal perimetro cittadino è soltanto formale, nominale: un’unica strada lunga e dritta – corso Francia – collega il centro del capoluogo piemontese con il centro di Rivoli, passando addirittura per un altro comune, Collegno, ma senza evidente soluzione di continuità, in quello che si percepisce senz’altro come un solo agglomerato urbano.
Quasi alla fine di questo lungo corridoio di quasi 12 chilometri – il corso rettilineo più lungo d’Europa, informa Wikipedia – sta la pizzeria Bottega Flegrea: a un angolo di strada, in un edificio basso che da fuori pare un’ex autorimessa o qualcosa del genere; ma che dentro è invece acconciato in modo molto carino. Ambiente moderno, pareti affollatissime di quadretti e ammennicoli di chiara impronta partenopea – solo che, invece di essere le solite polverose ‘nzerte di aglio e immaginette di Totò, ci sono sangennari psichedelici, Maradona Leopardi Goethe e altre celebrities locali o d’adozione, scritte con giochi di parole, il tutto in stile fumettoso e volutamente esagerato.
Bottega Flegrea, il menu
In menu 31 pizze, tutte molto classiche, con poche velleità: una Pummarulella si autodefinisce gourmet in virtù della sola compresenza di pomodorini rossi e gialli; la Crocchè sbriciola la tipica frittura sulla pizza, ma anche questa è una cosa che si vede ormai sempre più spesso – senza alcun motivo al mondo tra l’altro. Margherita a soli 5 euro, marinara primo prezzo a 4,5, le più care non superano i 10 euro.
In alternativa, i panuozzi (4), i calzoni (3 al forno e 1 fritto), le focacce (7) che possono fungere anche da antipasto o da dessert (c’è quella con la nutella…). Idem per le chiacchiere, ovvero i pezzi di pasta cresciuta fritti, che si accompagnano a salumi e/o latticini. Tre fuori menu a base di capocollo (una pizza, un panuozzo, le chiacchiere) e due pizze del giorno raccontate a voce. Prevedibilmente, birre industriali a chiudere l’offerta.
I fritti e le pizze di Bottega Flegrea
Asciutte e croccanti le chiacchiere, ma soprattutto inaspettatamente fresca e saporita la mozzarella di bufala che le accompagna. Il calzone fritto – imbottito tradizionalmente con ricotta, pomodoro, fiordilatte e cicoli di sugna – ha lo stesso pregio di cottura, anche nelle parti più umide e spesse.
Lo stile di pizza, come si diceva, è tipicamente Napoli, non a ruota di carretto però, anzi il disco rientra visibilmente nel piatto. La pizza è sottile e morbida, con il cornicione pronunciato e qua e là bruciacchiato, mentre la base in certi casi resta cruda. Sono cose che capitano eh – lo diciamo sempre ma tocca ripeterlo – nelle pizzerie che come da impostazione napoletana tengono il forno altissimo di temperatura e le pizze poco tempo dentro: soprattutto in un sabato sera all’ora di punta, il doppio difetto crudo/bruciato è sempre in agguato, e soprattutto è molto probabile che si verifichi su certe pizze sì e su altre no, nella stessa infornata. Capita a tutti, anche ai campioni come Gino Sorbillo.
Molto buoni, in compenso, i condimenti: golosi nella loro semplicità popolare. La Margherita c’è, nonostante la mozzarella un po’ brunita, sulla Diavola invece del classico salamino c’è la spianata calabra, sulla Ligure patate e salsiccia funzionano nonostante il pesto patisca la cottura. La Matriciana – sono sicuro di aver sentito proprio così, come sbagliando si diceva negli anni ’80, e come scriveva anche Aldo Buzzi rivendicando lo sbaglio – la matriciana brilla per un guanciale bello croccante e odoroso di fumo.
Opinione
Pizzeria popolare in stile napoletano alle porte di Torino, con prezzi sotto la media e ingredienti gustosi in un ambiente sfizioso.
PRO
- Servizio efficiente e gentile anche sotto pressione.
- Locale divertente in stile neapolitan pop.
CONTRO
- Un po' di calca quando è a pieno regime, un po' troppo rumore nonostante i pannelli fonoassorbenti.