Cosa è successo alle storiche pizzerie napoletane? Il disastro di Di Matteo

Siamo tornati da Di Matteo a via dei Tribunali a Napoli: mancavamo da tantissimo tempo, e forse una ragione c'era pure. Tocca una recensione.

Cosa è successo alle storiche pizzerie napoletane? Il disastro di Di Matteo

Al grido di “Bambini, vi faccio provare la pizza più buona di Napoli“, sono tristemente caduta sulla pizza di Di Matteo. Proprio io, che racconto sempre di essere mezza napoletana. Mi piace sottolinearlo, perché sento un legame forte con le mie origini partenopee, con il dialetto, con la cucina di mia nonna fatta di salsiccia e friarielli, crocché e spaghetti al pomodoro sciuè sciuè che “cosa ci vuole a prepararli? Siediti un attimo ed è pronto”.

Napoli non l’ho mai frequentata abbastanza, a dire il vero, ma ogni volta che ci torno, in mezzo alle sue mille contraddizioni, sento che un pezzo di cuore vive qui. Così quest’anno, ho deciso che era venuto il momento di farla conoscere i miei figli. Anzi, a dire il vero hanno fatto tutto loro, che volevano vedere la città della nonna e della bisnonna. Detto, fatto: prendiamo un treno ed eccoci a Napoli, con la promessa di vedere cose meravigliose (Pompei e Città della Scienza su tutte, la seconda da non perdere per nulla al mondo se avete figli) ma soprattutto di mangiare come mai hanno fatto prima d’ora: frittatine di pasta, sfogliatelle, pizza di scarola e, chiaramente, la pizza più buona dell’universo.

Prendiamo casa a Spaccanapoli, zona certamente un po’ inflazionata dal punto di vista turistico ma dove si vive ancora quell’atmosfera chiassosa e colorata che caratterizza la città. Mangiare qui, talvolta, rischia di essere pericoloso, come accade in tutti i posti molto turistici. Eppure, con un po’ di sesto senso e qualche consiglio azzeccato, nei giorni scorsi mangiamo un’ottima pizza da Lombardi a Santa Chiara (ma anche una pizza buona, con una buonissima pummarola, alla meno blasonata pizzeria Vesi sotto casa), dei cuoppi di fritti croccanti, buoni e non unti da Il Cuoppo di via San Biagio dei Librai e pure una pasta provola e patate da urlo che mi ha riportato indietro nel tempo alla sempre pienissima Trattoria don Vincenzo.

Alla fine, è in via dei Tribunali, in un luogo che pure è lì a fare pizza dal 1936, che trovo la mia delusione: l’Antica Pizzeria Di Matteo.

Perché, nonostante tutto, sono finita a mangiare da Di Matteo

pizzeria di matteo napoliLa pizza Carrettiera (salsiccia e friarielli) di Di Matteo, 10 euro

Io me lo ricordo, la prima volta che ho portato mio marito a mangiare la pizza in via dei Tribunali. Saranno stati sì e no dieci anni fa, e ricordo la sua faccia nell’assaggiare una fetta di pizza in questi locali brutti, è vero, ma brutti autentici, come solo le vecchie trattorie popolari sanno essere, spesso deliziosamente.

Prezzi popolari, poche pretese, servizio alla buona (fatto, è vero, talvolta di lunghe attese) ripagato però da una pizza che valeva il viaggio, e tutto quello che c’era intorno. Ho voluto fidarmi di quel ricordo, più di tutte le guide e le recensioni che, ora comprendo meglio perché, da anni trascuravano le storiche pizzerie di via dei Tribunali. Di Matteo, ‘O Presidente: un tempo erano semplicemente i miei posti preferiti, quelli dove ho lasciato un pezzo di cuore, e pure un pezzo di fegato probabilmente, ma chi se ne frega, ne era valsa ampiamente la pena.

Dunque, cena in direzione Di Matteo, litigando con mio marito se fosse meglio andare lì o dal Presidente (e l’amara sensazione, al netto di clamorose smentite, è che l’esperienza non sarebbe stata comunque quella di dieci anni fa neanche lì). Ci sediamo in una sala che è identica a quella prima volta. Brutta, è brutta, ma non siamo venuti certo qui per riempirci gli occhi: è lo stomaco che comanda quando sei a Napoli.

Di Matteo: recensione di una delusione d’amore totale

pizzeria di matteo napoli frittatinaLa frittatina di pasta

Ci sediamo affamatissimi (la gita a Pompei ci ha distrutto, per quanto meravigliosa). Ordiniamo due vassoi di frittini misti: crocché, arancini bianchi e rossi, frittatine, melanzane, pasta cresciuta. Arrivano insieme all’acqua e alle birre: avevamo chiesto delle birre alla spina, ci portano quattro Nastro Azzurro da 33 cl (con bicchieri di plastica), e sorridono quando glielo facciamo notare ma vabbe’, non siamo qua per formalizzarci.

I frittini, però, a noi fanno passare tutta la voglia di sorridere: il fritto è moscio, stantio, e va bene che sono presi dalla vetrinetta, ma andrebbero rinvigoriti un po’. Le zeppole di pasta cresciuta, in particolare, sono realmente difficili da mangiare, con i morsi d’impasto che si staccano a fatica.

pizzeria di matteo napoli arancinoGli arancini di Di Matteo

Gli arancini non soddisfano, neanche vagamente, né nella realizzazione né nel sapore. Si salvano i crocché e le frittatine di pasta, anche se di certo ne abbiamo mangiate di migliori e anche se pure loro hanno l’aria di stare nella vetrinetta da un po’ troppo tempo per essere servite al tavolo dopo un piccolo riscaldamento, non certo sufficiente a dar loro nuova vita.

pizzeria di matteo napoli pasta cresciutaLa pasta cresciuta, difficile perfino da masticare

Poi arrivano le pizze, e anche qui – come avevamo in effetti immaginato, guardandoci intorno – il risultato non è neanche vagamente quello delle aspettative. Una pizza piuttosto anonima, sottile e con cornicione basso, con ingredienti non particolarmente entusiasmanti e a prezzi non esattamente da pizzeria popolare napoletana (la carrettiera, con salsiccia e friarielli, sta a 10 euro). La pizza al tonno di mia figlia – che sì meriterebbe una lavata di capo per aver ordinato una pizza al tonno, ma è una bambina e d’altra parte la pizza al tonno sta sul menu – naviga in un bagno di olio e acqua della mozzarella che francamente la rende poco invitante, oltre che poco godibile.

pizzeria di matteo napoli 2La salsiccia e friarielli

Un po’ meglio va con la pizza fritta, ma si sa quel che dice la saggezza popolare a proposito del fritto. Insomma, non ci siamo per niente. Nulla c’è di quel che ricordavamo fosse Di Matteo, e la sensazione è che queste storicissime pizzerie napoletane abbiano perso la loro veracità per causa di una troppo facile attrattiva nei confronti dei turisti. E ritrovarsi improvvisamente in questa categoria, per chi ha Napoli nel cuore e pure nel sangue, è incredibilmente fastidioso.

pizzeria di matteo napoli pizza frittaLa pizza fritta

Al momento di scendere per pagare, il responsabile di sala ci chiede se è andato tutto bene. Tralasciamo i commenti sulle pizze (che non ci sono piaciute, ma la cosa può rientrare nei gusti personali) ma commentiamo il fritto, spiegando che ci sembrava davvero troppo vecchio per essere servito. Ci fermiamo un po’ a discutere (“eh, ma stando nella vetrinetta succede”, dice il ragazzo. “Se avessi saputo non ve l’avrei servito”, abbozza, devo dire con gentilezza, anche se goffa nelle argomentazioni) e poi scendiamo a pagare. Avvisa con un urlo la persona in cassa al piano di sotto, che intanto mi ha preso per straniera. Evidentemente, ho tutta l’aria della turista (ahia). “Non le è piaciuto il fritto?” mi chiede in inglese. Le rispondiamo in napoletano, spiegando che non è che non ci è piaciuto, è proprio che non era cosa. “Signora, che problema c’è, glielo togliamo dal conto”, mi dice, e annulla giusto in tempo la transazione che stavo pagando (101 euro), per rifarla un secondo dopo con uno sconto di ben 4 euro (nel conto, in effetti, i frittini non compaiono, ma non riesco a capacitarmi di come due vassoi di fritti per sei persone potessero cubare 4 euro, e su questo neanche il menu mi dà conferma). Misteri, un po’ come quelli che girano intorno alla domanda: “ma che è successo alle storiche e buonissime pizzerie di via dei Tribunali?”

pizzeria di matteo napol contoIl conto: 97 euro per sei persone, dopo che sono stati stornati 4 euro di frittini misti

Opinione

pizzerie

Di Matteo era un luogo in cui si badava poco all’estetica e molto alla sostanza: una pizzeria verace, senza fronzoli, dove però fino a qualche anno fa si poteva assaggiare una delle migliori pizze di Napoli. Oggi quella pizza decisamente non c’è più, e non sono neanche arrivati i fronzoli a compensare la situazione.

PRO

  • Un luogo storico ha pur sempre un suo fascino

CONTRO

  • Un grande peccato dover constatare come alcune pizzerie storiche di Napoli abbiano totalmente perso per strada ciò che le ha rese luoghi di culto
VOTO DISSAPORE: 3 / 10
Voto utenti
Antica Pizzeria Di Matteo
Antica Pizzeria Di Matteo
Via dei Tribunali, 94, 80138 Napoli, NA, Italia
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