C’era una volta la vera fattoria, quella in campagna con l’aia, le galline, le oche e i maiali. Gli animali mangiavano gli scarti della cucina crescendo sani e all’aria aperta.
Sappiamo tutti che oggi questa è una chimera, al massimo una favola che resiste in pochi, meravigliosi posti. Per il resto sono allevamenti intensivi in cui di aria fresca ce n’è poca e gli animali si nutrono con il mangime pronto.
Ora in Inghilterra, alla Stepney City Farm, è nato il progetto di Tristram Stuart, attivista contro lo spreco alimentare, insieme alla cuoca Thomasina Miers.
“The Pig Idea” vuole cambiare l’alimentazione dei maiali, l’idea sta nel fatto che otto maialini allevati in questa fattoria mangino scarti, provenienti dai ristoratori e produttori del posto. Cibo a km zero, sano e senza sprechi.
Di che scarti stiamo parlando? Sul sito promotore c’è un vero “Pig’s menu” in cui si possono leggere tutti gli ingredienti del cibo che verrà servito ai maialini: si va dall’ okara biologica, proveniente dallo scarto di produzione del latte di soia di un produttore di tofu di Londra, passando per la frutta fornita da un ortofrutta locale al malto di un birrificio.
(Il progetto tiene a specificare che ai maiali non viene dato nessun tipo di birra da bere. Nel caso l’aveste pensato.)
Il progetto ha anche un fine più ambizioso, quello di sensibilizzare le persone al fine di modificare le regole della Comunità Europea, oggi non si possono dare scarti che siano stati in contatto con carni crude, per non incorrere di nuovo nel pericolo “mucca pazza”.
Insomma in un sol colpo si risolverebbero tre macro problemi legati all’allevamento dei maiali: quello ambientale (non si importa cibo e si recuperano gli scarti), quello economico (cibo che ha pochissimo costo) e quello nutritivo (i maiali sono stati nutriti con ottimi scarti).
[Corriere]