Districarsi nella pantagruelica offerta gastronomica di Roma, anche per i foodies che la adorano, può essere complicato. Mentre è facilissimo incappare in una sonora cantonata, soprattutto se si è turisti non troppo scafati.
Muove da questa considerazione Rome Digest, la joint venture di cinque gourmand internazionali acquartierati nella capitale. Il sito ambisce a sfoltire il mare magnum di opzioni di cui si può disporre a Roma, aiutando nel compito di distinguere tra un ristorante valido e una patacca.
Ne esce un sito maneggevole, diviso in quattro sezioni (Eat, Drink, Shop, Learn) a loro volta sviluppate in sottocategorie. Per ogni locale sono indicati indirizzo, numero di telefono, sito, la Google map, una breve recensione, precise indicazioni sui piatti da ordinare e soprattutto su quelli da NON ordinare.
Neofiti o cittadini onorari, così come la leggendaria categoria degli ‘Americani a Roma’ e anche (perché no?) gli indigeni, possono scoprire le gioie di ristoranti che hanno la sfortuna, o il pregio, di trovarsi al di fuori degli itinerari più battuti.
Accade così che la trattoria Cesare al Casaletto, quartiere Monteverde, trovi posto nella top list in cui andare a provare l’autentica cucina romana. E non solo quella: pare infatti che il proprietario, Leonardo Vignoli, sommelier giramondo, sia un asso nell’abbinamento cibo-vino.
Ma Rome Digest non è solo un elenco di gemme introvabili della periferia suburbana. Nel sito vengono recensiti anche locali centralissimi, avamposti insospettabili della gastronomia onesta e godereccia che solo Roma può generare. Per esempio: Pinsere (vicino alla stazione centrale), specializzato nella pinsa, antenata romana della pizza.
[The Moment]