Ne abbiamo parlato qualche giorno fa ma il caffè sospeso sembra essere in tempi di crisi, aiutata da Internet, l’usanza italiana più popolare nel mondo. L’abitudine del caffè sospeso nasce a Napoli come atto di solidarietà verso chi, povero di mezzi, non può permettersi di ordinare un caffè che, in questo modo, gli viene offerto dal primo cliente.
Da Napoli si è diffusa in altre città del mondo come gesto di solidarietà in tempo di crisi. In Rete sono nati siti come Coffeesharing.com o l’italiano Rete del caffè sospeso che segnalano i bar e i locali dove è praticata l’abitudine del sospeso.
Ora il movimento degli Indignati in Francia ha rilanciato la pratica sulla sua pagina Facebook e i primi locali hanno iniziato ad aderire all’iniziativa, piazzando il logo del “café en attente” sulla vetrina.
Ma ogni paese declina il concetto secondo la propria tradizione culinaria, a Bruxelles, per esempio, non possono mancare le patate sospese (cioè, regalate in attesa di essere fritte).
A Sofia, in Bulgaria, circa 150 tra caffè, ristoranti e fast food si sono associati per incitare i clienti a offrire un caffè o un panino ai concittadini meno fortunati.
Non mancano però le polemiche. Per Karen Mercer, che ha un caffè a Londra, la pratica sarebbe una forma di carità impersonale: spendo qualche euro contro la povertà e non devo parlare al povero.
[IlJournal]