Tutti coloro che hanno necessità di eleggersi un dio personale prendano nota, Luigi “Gino” Veronelli è resuscitato.
A dare la notizia del lieto evento è il quotidiano Il centro (edizione de L’Aquila) che in una breve del 21 aprile 2013 ne annuncia anche una prossima apparizione all’osteria Mammaròssa di Avezzano. I miscredenti sono avvisati, meglio non essere da quelle parti intorno alle diciannove!
“L’arrivo nella Marsica dello scrittore, editore, chef ed enologo, stimato in tutta Europa per i suoi lavori – sia quelli tra i fornelli, sia quelli con carta e penna -” così annuncia il quotidiano “rappresenterà l’occasione giusta per conoscere da vicino l’autore di un pensiero che, nella seconda metà del secolo scorso, ha aperto le porte al concetto contemporaneo di slow food”.
Non un gesto goliardico, ma convinzione dell’articolista che nell’arco di due colonne riesce a scambiare il nuovo libro di Gian Arturo Rota e Nichi Stefi, dedicato a Veronelli, come il nuovo libro prodotto dal loro maestro.
Però, mai dire mai, magari le bottiglie provenienti dalla cantina dello chef ed enologo, messe a disposizione per una degustazione, si rivelano essere piene di sangue… qualcuno ha il numero di Dan Brown?
[Slowine]