Sarà anche l’impuntatura di un vecchio oste mai domo ma si deve fare. Se lo deve essere detto Sandro, uno dei due titolari della storica Osteria dalla Gigia in vicolo Barberia a Treviso, nella speranza di convincere i clienti scontrosi e maleducati a ravvedersi, anche a costo di scrivere una lettera aperta alla sbrigativa signora che pochi giorni fa lo ha molto indispettito:
“Ricorda Signora? Abbiamo avuto un incontro-scontro martedì scorso al bar. Lei stava parlando al telefono, mi ha ordinato da bere e da mangiare, il tutto con una mimica della bocca, degli occhi e di una mano (l’altra era occupata col cellulare) senza naturalmente salutare e tanto meno chiedere per piacere!”
Il cliente ha sempre ragione? Non si direbbe dal piglio dell’oste che lancia anche la giornata dell’educazione, per recuperare l’abitudine a essere rispettosi e garbati anche nei locali pubblici, pare che a Bologna ne abbiano già organizzata una. Nel frattempo continua rivolgendosi alla fantomatica signora:
“Il suo comportamento denota mancanza di rispetto per me e per gli altri clienti che attendevano di essere serviti. Vede signora, io servo tutti ma non voglio essere trattato da servo. Ogni mio cliente è il mio miglior cliente. Ma quando mi offende con un comportamento villano come il Suo, diventa rapidamente l’ultimo. Se in futuro vorrà onorarci della sua presenza, senza cellulare, la prego. In caso contrario non la servirò”.
Qualcosa da dire a tutti coloro che entrano in osteria e non salutano, ordinano e non dicono grazie? O per caso, a parti invertite, avete qualcosa da dire agli osti maleducati?
[Corriere del Veneto]