Come conciliare palato e portafoglio applicando alcuni semplici principi economoci. Lo spiega persino meglio della guida Michelin il libro di un economista, Tyler Cowen, americano pragmatico, a suo modo patito di cucina, poco incline alle sofisticherie del buono pulito e giusto. A Slow Food preferisce gli Ogm.
Considerato uno dei 100 economisti più influenti del mondo, nel libro “An economist gets lunch” si sofferma sui profitti dei ristoratori provenienti in gran parte dal vino.
“Chi ordina vino permette al ristorante di servire buon cibo a buon mercato: se pranzi da astemio è come se tu ricevessi un sussidio da chi beve. E’ il principio economico dei sussidi incrociati: chi paga di più consente agli altri di pagare di meno e al venditore di continuare l’attività”.
Cowen propone anche la formula utilizzata dai ristoranti per stabilire il prezzo dei loro vini spesso venduti a prezzi altissimi.
E’ il ricarico progressivo: i ristoranti vendono il vino al doppio o al triplo del prezzo all’ingorsso: i vini meno costosi possono salire di prezzo fino a quattro volte, quelli più pregiati in media solo 1,5 volte. Si fa così per incentivare il consumo di quelli più costosi.
Pertanto ecco il suo consiglio:
“Evitate il secondo vino meno costoso del menu: i ristoratori sanno che, per evitare di apparire tirchi, non scegliamo mai il vino meno caro in assoluto, ma appunto il secondo”.