Hell’s Kitchen Italia sta già monopolizzando l’attenzione per via del conduttore, Carlo Cracco, ma come sarà la versione italiana del talent show sul mondo della ristorazione reso celebre da Gordon Ramsay?
Intanto quella italiana non è la prima trasposizione del format, arrivato negli USA alla edizione numero 11 e cancellato in Inghilterra dopo 4 anni.
Lo schema dovrebbe essere quello collaudato: due squadre di otto concorrenti ciascuna, tutti appartenenti al mondo della cucina professionale anche se non necessariamente cuochi, che si battono per il premio finale: un contratto da executive chef in un ristorante stellato.
Le selezioni sono ancora aperte.
Come annunciato da Magnolia, la casa di produzione, ci saranno:
“Prove di cucina e di servizio al tavolo, con ritmi serratissimi, dove ogni errore può costare caro. Ogni settimana nuove sfide e chi perde le prova settimanale dovrà sbrigare i lavori più umili in cucina”.
Nell’edizione americana siamo abituati agli urlacci di Gordon Ramsay seguiti dai pianti e dalle crisi di nervi dei concorrenti per i piatti poco riusciti.
Con molta probabilità non sarà questo il focus dell’edizione italiana, più ritagliata sulla storia e la psicologia di ogni singolo concorrente.
Va considerato che, a parte il talent show e le prove da superare come squadra, bisogna anche sopportare i compagni in casa, nel loft dove i concorrenti vivranno per tutta la durata di Hell’s Kitchen Italia.
[Panorama, immagine: Vanity Fair]