Trascorso qualche giorno dall’ultimo scandalo (vi dice niente la parola “cavallo”?), ci eravamo quasi convinti che la sicurezza alimentare in Italia fosse un doveroso sottinteso.
Al contrario, un’indagine dei Nas di Udine ha appena rivelato un traffico di latte tossico con al centro la Cospalat, un’azienda friulana. In carcere è finito il proprietario Renato Zampa, 5 persone sono agli arresti domiciliari e altre 17 indagate.
Sono titolari di laboratori di analisi, allevatori di consorzi e casari: una vera rete criminale che dal Friuli distribuiva latte potenzialmente cancerogeno, perché contaminato da valori elevati di aflatossine e muffe fungine, in Veneto, Toscana, Umbria, Campania e Puglia.
Significativa è la battuta di un casaro campano (che non risulta indagato) che al telefono con Zampa si è lasciato scappare la battuta: «Sei come Berlusconi: prima te la fai con Nicole Minetti e poi racconti a Ilda Boccassini di essere vergine».
Il latte veniva ritirato da agricoltori associati al Consorzio della provincia di Udine, trasportato a tre caseifici tra Veneto e Friuli, e utilizzato per la produzione di formaggi – tra gli altri, di Montasio dop.
Oltre al danno la beffa: il latte proveniva anche da caseifici non certificati, e quindi violava anche il disciplinare DOP.
[Lettera43]