“Vogliamo essere parte della soluzione” così Muhtar Kent, amministratore delegato di Coca Cola, ha dettato al mondo la nuova agenda internazionale della multinazionale delle bollicine.
Soluzione di cosa? Dell’epidemia di obesità, problema sociale non solo americano, legato (anche) al consumo fuori controllo di bibite zuccherate.
E di conseguenza vai con la sponsorizzazione di programmi fitness, promozione delle bibite a contenuto calorico ridotto, e niente più spot rivolti ai bambini sotto i dodici anni.
In Italia, che abbinare Coca Cola e pasto salubre consumato in famiglia fosse quanto meno una forzatura lo sapevamo già, non a caso gli spot con protagonista lo “chef” (virgolettato pesante) Simone Rugiati erano stati censurati.
Nel frattempo il marketing si muove, arriva in Italia la campagna Condividi una Coca Cola.
Da maggio ad agosto sarà possibile comprare bottiglie e lattine dove, al posto del logo, campeggiano i 150 nomi propri più diffusi, oppure scritte come “mamma”, “prof”, “amico”, con ammiccamenti ai più gggiovani tipo “il socio”, “la stilosa”.
Visto che in Australia la campagna ha fatto segnare un aumento di vendite dell’11%, forse era meglio tenersi le pubblicità con Rugiati.
[Ansa Terra e Gusto, Il Sole 24Ore]