E’ un mondo difficile per i vegani: e il formaggio no, la carne no, le uova no, il miele no, almeno un goccetto se lo possono fare? No, o almeno, non di birra: la colpa è dell’isinglass, un chiarificante naturale che, aggiunto alla fine della fermentazione, fa decantare velocemente la maggior parte del lievito in sospensione. Una gelatina utile ai birrai per avere meno depositi in bottiglia e che, svolto il suo lavoro, viene rimossa velocemente. Il primo problema è che possono restarne tracce all’interno della birra, l’altro riuarda la provenienza della sostanza, ricavata dalla vescica natatoria dei pesci.
La Guinness, il birrificio irlandese conosciuto per l’omonima stout dalla fama transnazionale, usa l’isinglass dal 1800. Non essendo un componente vero e proprio ma una sorta di “filtro”, non è mai comparso nella lista degli ingredienti. Ma anche molti prodotti alternativi sono di origine animale, altri invece, di origine chimica, vengono usati malvolentieri dai birrai perchè rischiano di rovinare il prodotto.
Il rovescio della medaglia è che le associazioni Barnivore e PETA hanno stilato liste di birrifici vegan friendly che usano alternative all’isinglass non di origine animale, e a Los Angeles, esiste addirittura un festival delle birre vegane, il Vegan Beer Festival.
[Daily Meal]