Poche cose dividono il popolo italiano come Groupon. Si narra che il leader nel settore dei gruppi d’acquisto abbia sfasciato amicizie e matrimoni, c’è chi ci compra tutto, dall’acquisto delle padelle alla manicure, e chi lo ritiene uno dei peggiori mali del nostro secolo. Quando si parla di ristoranti poi, apriti cielo.
Perfino alcuni ristoranti stellati si sono adeguati alla Groupon mania, ma i dubbi rimangono: abbassare tanto il prezzo non significa abbassare in parallelo il livello della cucina, peggiorare il servizio, tagliare i costi delle materie prime? In effetti, noi un ristorante con Groupon l’abbiamo provato, e pare che sia andata malino.
In questi giorni Groupon non se la passa bene: dopo 563 richieste di intervento per disservizi, prestazioni che non corrispondono a quelle pubblicizzate o coupon inutilizzabili per overbooking, il sito è stato diffidato dall’associazione di consumatori Altroconsumo per pratiche scorrette. I contratti dei siti di social shopping dovrebbero prevedere, in caso di mancato utilizzo del coupon o di prestazione non consona a quella dovuta, il rimborso del pagamento, nei contratti di Groupon tuttavia, questa clausola manca.
Altroconsumo ha provveduto a segnalare all’Antitrust la scorrettezza di queste pratiche, e ha anche scritto una lettera di diffida con cui chiede a Groupon uno sforzo di trasparenza e un’assunzione di responsabilità in caso di disservizi, previa minaccia di portare la società in tribunale. Lo scorso dicembre Groupalia aveva ricevuto le stesse ammonizioni, e ora il sito prevede nelle condizioni contrattuali il diritto del consumatore al rimborso.
[Altroconsumo]