Prendi Farinetti, l’Oscar del cibo italiano, e un giornalista in vena di fact checking. L’inveterata abitudine del primo, il fondatore di Eataly, a spararle grosse, potrebbe molto divertire l’altro.
Farinetti è fatto così. Si entusiasma. Basta abituarsi e fare un po’ di tara alle sue dichiarazioni. Che stai a guardare il capello?
Preso com’è da progetti faraonici e debutti di Eataly nel mondo, finisce per dimenticare cosucce tipo le concessioni delle licenze. Un’altra specialità della casa è la mancata consultazione dei diretti interessati. Che di solito abbozzano.
Non è andata così con Adriano Celentano.
Il cantante ha “smentito categoricamente” la sua presenza all’inaugurazione di Eataly Milano (che dovrebbe aprire, ma il condizionale è d’obbligo, a Novembre, nella ex sede del cinema Smeraldo), puntando il dito contro “i proprietari di Eataly”, le cui dichiarazioni apparse ieri sul Corriere della Sera, sono “totalmente infondate”.
Anche perché, dice Celentano: “non partecipo a progetti in cui la musica viene oscurata da altri elementi, come in questo caso la ristorazione e la commercializzazione di prodotti alimentari”.
Sempre allerta con Farinetti, giornalisti in vena di fact checking.
[AdnKronos, immagine: tipicamente]