Sarà che l’apertura meneghina di un certo Louis Vuitton ha innescato il fuoco alle polveri. Il secondo scoppio arriva dal Paese del Dragone, con il primo locale di casa Armani in quel di Pechino. Ora l’assolo di Yves Saint Laurent, che a sorpresa annuncia l’apertura di un sushi bar a Parigi.
Insomma: il punto è che l’incursione delle grandi case di moda nel mondo del food non è certo una novità – né per quanto riguarda gli accessori, come possono testimoniare aragoste e vari pacchetti di patatine; né evidentemente per quanto riguarda il taglio del nastro di nuovi locali.
Cosa sappiamo del sushi griffato Yves Saint Laurent
I colleghi di NSS Magazine scrivono che è comprensibile che YSL e compagnia bella abbiano intenzione di investire nel food: in questi tempi di crisi, spiegano, è cosa buona e giusta cercare e assicurarsi nuovi flussi di entrate. Il ragionamento è certamente corretto: c’è una sottile ironia, però, nel considerare che anche da questa parte del fiume non sia tutto rose e fiori.
Ma non divaghiamo: YSL e sushi. Largo alle norme operative. Il locale sorge all’interno di Saint Laurent Rive Droite, incastonata tra rue Saint Honeré e rue du 29 Julliet, nel quartiere di Place Vendôme; e stando a quanto riportato da Vogue può essere inteso come una sorta di succursale parigina di Sushi Park, celebre destinazione californiana apparentemente tanto cara ad Anthony Vaccarello, direttore creativo di YSL.
Sul vessillo di Sushi Park, a Los Angeles, si legge “Serviamo solo sushi tradizionale“: trattasi del verbo di chef Peter Park, che porterà la stessa filosofia anche nell’estensione parigina. Il locale, dicevamo, sarà situato al piano inferiore della boutique Saint Laurent Rive Droite; vestirà abito minimalista ed elegante con tanto luci soffuse e sarà aperto dal martedì al sabato.
Il menu, stando a quanto lasciato trapelare, sarà interamente basato sull’omakase con selezione di piatti che andrà a mutare in base alla stagionalità e alla disponibilità degli ingredienti; tant’è che il mantra – come dichiarato dai nostri stessi protagonisti – è “fidatevi dello chef“.