È morto a 42 anni Youtubo anche io, al secolo Omar Palermo, la star del mukbang: faceva milioni di visualizzazioni dal tinello di casa, semplicemente sfondandosi di cibo e commentando quello che mangiava. È arrivata la conferma dopo giorni che girava la voce, e pare che la causa del decesso sia un infarto. Palermo era famosissimo nel sottobosco del trash online – anche se definirlo così ormai è limitante – e i suoi numerosi video erano diventati dei meme. Il suo atteggiamento serafico e la sua voce tranquilla erano in qualche maniera ipnotici. Io l’ho conosciuto così:
Naturalmente, la stessa cosa accade in mortem: la notizia sta facendo il giro della rete e scatenando ogni tipo di reazione e commento. A partire da quelli che stabiliscono un collegamento tra l’abuso di cibo – e la conseguente condizione di sovrappeso dello youtuber – e la supposta causa della morte. E però, ribattono altri, Omar Palermo stava cercando di disintossicarsi dalla dipendenza da due anni: pare che avesse perso 50 chili in tempi molto (troppo?) rapidi. Inoltre più o meno dallo stesso tempo aveva smesso di aggiornare il canale YouTube, proprio per sfuggire al rapporto malato che lega una star – soprattutto di tipo non convenzionale – ai suoi follower.
La questione è complicata, incrocia in maniera trasversale molti dei temi controversi della nostra epoca: grassofobia e body positivity, fama ai tempi dei social e YouTube come feccia di internet. Qualsiasi commento rischia di essere superfluo, o peggio moralista. A me farà tristezza, d’ora in poi, sapere che quel faccino simpatico appartiene a una persona che non c’è più. E però contemporaneamente vorrei non averlo mai conosciuto: mi sento in colpa per aver contribuito (anche se non sono un binge watcher di video strani) a uno spicchietto della sua fama, e quindi forse della sua morte. Può capitare, certo: non è che prima di internet la gente non si rimpinzasse di cibo, anche per sfida o per buffonaggine, non è che non si morisse d’infarto. E però vai a sapere, senza YouTube come sarebbe stata la vita di Omar Palermo: forse più lunga, forse peggiore. Può capitare. Solo che in questo caso avrei preferito di no.