È stata presentata ieri sera all’hotel Hert di Abu Dhabi la quarta edizione della classifica 50 Best Restaurants dell’area MENA, ossia Medio Oriente e Nord Africa. Una guida che include ristoranti da 11 città, e in cui Dubai conferma il suo strapotere aggiudicandosi ancora una volta tutto il podio, pur con una variazione. Orfali Bros Bistro si conferma per il terzo anno di fila in cima alla classifica seguito, ancora una volta, dalla apprezzatissima cucina indiana di Trèsind Studio. Al terzo posto entra Kinoya, l’izakaya specializzata in ramen della chef Neha Misra.
I premi speciali
Un altro ristorante di Dubai, il Boca, 12 posizione in classifica, riceve il premio “Icon Award” e il riconoscimento per la sostenibilità “Sustainable Restaurant Award”. Tala Bashmi del Fusions by Tala di Manama, nel Bahrain, è la preferita tra i suoi colleghi, vincendo lo “Chef’s Choice Award”, e Carmen Rueda Hernandez è la migliore pastry chef. Altro premio a Dubai al ristorante Row on 45 per la scalata di 24 posizioni raggiungendo la 17esima, e il premio per la nuova entrata più alta lo vince Dara Dining by Sara Aqel, che esordisce alla 18esima posizione.
Questo il commento di William Drew, direttore della guida: “siamo lieti di riconoscere Orfali Bros Bistro come il miglior ristorante del Medio Oriente e Nord Africa per il terzo anno consecutivo. Questa realtà indipendente continua a ridefinire i limiti della creatività e dell’innovazione, ridefinendo la moderna cucina mediorientale con sapori intensi e presentazioni impeccabili. Il suo duraturo successo è una testimonianza del talento e della passione dei fratelli Orfali, la cui dedizione gli ha fatto meritare un grande seguito sia locale che internazionale. Siamo molto emozionati dal vedere rappresentate undici diverse città, mettendo in mostra la ricca varietà di cucine nella regione”.
Gli italiani
Quest’anno per i nostri chef non è andata molto bene: Niko Romito, con il suo bistellato “Il Ristorante” del Bulgari Resort Hotel, continua a non convincere la academy della 50 Best, ed Enrico Crippa con il suo Alba a Doha, numero 46 l’anno scorso, non è più presente. Stesso destino per Antonio Guida, una stella Michelin al Talea del Emirates Palace Mandarin Oriental Hotel di Doha, fuori classifica dalla 48esima posizione passata.
Massimo Bottura, che l’anno scorso non era entrato nella top 50, ha chiuso il suo locale il 30 novembre scorso, anche se molti sono convinti che il nome del ristorante “Torno Subito” sia indicativo dei progetti dello chef modenese. A rappresentare i nostri colori restano gli Alajmo, che con il loro Sesamo al Royal Mansour di Marrakech non solo resistono, ma recuperano qualche posizione, risalendo dalla 45esima posizione alla 32esima.
C’è però una novità che parla italiano: al 44esimo posto troviamo Le Golfe, storico ristorante di La Marsa e migliore della Tunisia che si è guadagnato questo riconoscimento grazie all’avvento in cucina di Fulvio Pischedda, chef dalle solide esperienze internazionali (da Robuchon a Hélène Darroze) che a colpi di fritto misto e spaghetti alla bottarga ha fatto il colpaccio, con buona pace dei suoi connazionali pluristellati.