World Obesity Day: in trent’anni l’obesità tra bambini e adolescenti è quadruplicata

Dal 1990 a oggi l'obesità tra gli adulti è più che raddoppiata, e addirittura quadruplicata tra i bambini e gli adolescenti: l'Italia, in questo, ha la maglia nera in Europa.

World Obesity Day: in trent’anni l’obesità tra bambini e adolescenti è quadruplicata

Domani, lunedì 4 marzo, è il World Obesity Day – una giornata pensata per aumentare la consapevolezza, sensibilizzare e al contempo individuare soluzioni pratiche per affrontare la crisi globale dell’obesità. “Crisi”, già – termine notoriamente pruriginoso e spesso e volentieri abusato, ma che ben si adatta alla situazione attuale: numeri alla mano, si stima che dal 1990 a oggi l’obesità tra gli adulti sia più che raddoppiata, e addirittura quadruplicata tra i bambini e gli adolescenti (termini con cui, a essere precisi, si indica la fascia di età compresa tra i cinque e i 19 anni).

A svelarlo è un nuovo studio pubblicato da Lancet in collaborazione con l’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, che denuncia in maniera più che eloquente un’epidemia ancora evidentemente sottovalutata: nel 2022 le persone affette da obesità hanno ufficialmente superato il miliardo di individui, con 879 milioni di adulti e 159 milioni di bambini.

L’obesità nel mondo e la maglia nera dell’Italia

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I Paesi con i più alti tassi combinati di sottopeso e obesità nel 2022 erano le nazioni insulari del Pacifico e dei Caraibi e quelle del Medio Oriente e del Nord Africa; ma è bene notare che la crisi è forte anche nel nostro caro e vecchio Stivale, roccaforte – o almeno così ci piace immaginarcelo – del mangiare bene e sano: un’indagine Istat risalente solamente alla scorsa estate ha sottolineato come l’Italia avesse il più alto tasso di obesità infantile tra i maschi nel contesto europeo (21%, al pari con Cipro), con picchi particolarmente gravi in meridione e in Sicilia.

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L’obesità, secondo la definizione messa a punto dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità, “è una malattia cronica complessa”, che di fatto si compone di fragilità fisiche ma anche e soprattutto psicologiche. Al netto di tale innegabile complessità, è tuttavia bene notare che le sue cause e gli interventi necessari al suo contenimento sono “ben compresi” e assolutamente noti, ma probabilmente stemperati dalla mancanza di una educazione alimentare effettivamente efficace.

“Questo nuovo studio sottolinea l’importanza di prevenire e gestire l’obesità dai primi anni di vita fino all’età adulta, attraverso la dieta, l’attività fisica e cure adeguate, a seconda delle necessità” ha spiegato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. “Per tornare in carreggiata e raggiungere gli obiettivi globali di riduzione dell‘obesità sarà necessario il lavoro dei governi e delle comunità, con il supporto di politiche basate su dati concreti da parte dell’Oms e delle agenzie nazionali per la salute pubblica. Inoltre, è necessaria la collaborazione del settore privato, che deve essere responsabile dell’impatto sulla salute dei propri prodotti”.