È una storia amara ma che, purtroppo, non ci sorprende. D’altronde, per quanto i dati in questione riguardino in particolare il mondo del whisky, la considerazione di cui gode il genere femminile è un affare verticalissimo e trasversale: promesse tanto solenni quanto ipocrite strette con il mignolino e con il rossetto sul volto in occasione dell’8 di marzo che poi vengono sistematicamente e clamorosamente smentite da rapporti come quello sull’industria della carne spagnola o quest’altro che abbiamo tra le mani, inerente al mondo degli spiriti. Diamo un’occhiata ai numeri, dunque: il 70% delle donne impegnate nel settore del whisky sono state vittime di molestie sul lavoro, e addirittura l’87% ritiene di dovere affrontare un percorso più provante rispetto ai colleghi maschi.
Molestie e discriminazioni nel mondo del whisky
Se vi sembra di avere nelle orecchie una storia già sentita beh, è perché in fondo è anche così. Diamo un’occhiata al più ampio mondo della cucina: secondo un sondaggio dell’app TheFork per due donne su tre essere uomini facilita il percorso lavorativo nella ristorazione; e una rapida sfogliata alla Rossa svela che appena il 6% dei ristoranti con stelle Michelin sono di fatto guidati da donne (un dato, è giusto sottolinearlo, risalente allo scorso anno).
Ma torniamo a noi – al mondo del whisky, per l’appunto. La OurWhisky Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata al sostegno delle donne nel whisky, ha intrapreso un sondaggio tra oltre 600 donne professioniste nell’industria globale del whisky per indagare sulla portata del sessismo e dei pregiudizi nel settore.
I risultati, come ormai ampiamente accennato, parlano chiaro. Il 70% di tutte le intervistate ha riferito di aver subito commenti inappropriati o di matrice sessuale durante lo svolgimento del proprio lavoro. Un terzo (33%) ha affermato di essere stato toccato in modo inappropriato sul posto di lavoro. Questa cifra è salita al 44% tra coloro che lavorano in ruoli a contatto con i consumatori, comprese le ambasciatrici del marchio e le operatrici della vendita al dettaglio e dell’ospitalità.
È bene sottolineare che, a peggiorare la situazione, tali donne si trovano a lavorare in un settore – quello del whisky – tradizionalmente e grossolanamente associato all’immaginario del maschio alpha, peloso e grugnente. “Essere messi in discussione o sentirsi sminuire, o anche sentirsi chiedere se ti piace davvero il whisky sono tutti eventi comuni per le donne che lavorano nel settore” ha spiegato a tal proposito Becky Paskin, fondatrice della OurWhisky Foundation.
Che poi lo sapevate, tra parentesi, che ad esempio la grappa è tendenzialmente più bevuta dalle donne? Ancora una piccola carrellata di dati, per chiudere una panoramica già eloquente – due terzi delle intervistate hanno affermato che la “reputazione maschile” del whisky rende il loro lavoro più impegnativo, e solo il 16% ritiene che l’industria stia facendo abbastanza per cambiare questa percezione.
“Mentre il settore sembra stia adottando misure verso l’inclusione e una migliore rappresentanza, questo sondaggio mostra chiaramente che le donne sentono di non essere sufficientemente supportate”, ha affermato Paskin. “È importante rendersi conto che, anche se forse è facile ignorare un incidente solitario, queste micro-aggressioni si accumulano nel tempo fino ad avere un impatto devastante sulle donne nel nostro settore”.