A Washington arriverà presto il momento di accedere ai vaccini per nuove categorie: tra questi i lavoratori nei supermercati e nei negozi di alimentari, come pure gli addetti delle industrie di packaging di cibo. Resta al palo per ora il personale dei ristoranti, nonostante i camerieri siano a contatto con i clienti, e a dispetto del fatto che i lavoratori della ristorazione siano stati classificati dall’amministrane come personale “essenziale” durante la pandemia.
Nella somministrazione dei vaccini anti Covid la capitale degli Stati Uniti è partita, come tutti, dagli operatori sanitari, poi è passata agli anziani oltre i 65 anni e alle strutture di assistenza (case di riposo, rifugi per senzatetto). Man mano il cerchio si allarga, e i prossimi – a partire dal 1 marzo – dovrebbero essere quelli che hanno patologie a rischio anche se hanno meno di 65 anni, e alcune categorie di lavoratori tra cui i dipendenti dei negozi di cibo e gli addetti al packaging alimentare. A gennaio la sindaca Muriel Bowser aveva annunciato che i lavoratori della ristorazione sarebbero rientrati in una categoria di “essenziali” a partire dal 1 febbraio: promessa non mantenuta con più di un mese di ritardo, quindi.
La cosa è rilevante perché l’amministrazione cittadina continua a consentire la ristorazione al chiuso – riconosciuta come attività “ad alto rischio” – con una capacità del 25%. I lavoratori della ristorazione a New York sono già idonei a farsi vaccinare – tanto che si è registrato il caso di una cameriera licenziata percentuale rifiutava il vaccino – e quelli di San Francisco lo saranno a partire dal 24 febbraio.