Volete smettere con le caramelle? Basta che guardiate qualcun altro mangiarle (e magari funziona anche con altri vizi)

La strada per smettere con le caramelle - e anche con altri vizi, a quanto pare - passa per la figura dello spettatore, dice uno studio.

Volete smettere con le caramelle? Basta che guardiate qualcun altro mangiarle (e magari funziona anche con altri vizi)

Saranno i sensi di colpa, il vago ricordo delle sudate in palestra, l’eco della promessa fatta allo scoccare dei primi secondi dell’anno nuovo? Secondo uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Scientific Reports il guardare altre persone intente a mangiare delle caramelle può aiutare a fare calare la voglia di dolci.

È bene notare che la scintilla che ha innescato la ricerca è la tendenza dei video mukbang, registrazioni in cui gli autori si siedono a tavola per ingozzarsi tragicomicamente di cibo: “Siamo rimasti incuriositi dal fenomeno mukbang in cui le persone sembrano divertirsi guardando gli altri mangiare grandi quantità di cibo” ha commentato a tal proposito Lee Hui Min, uno degli autori dello studio. “Ciò che ci ha colpito è che in molti riferiscono di sentirsi sazi dopo avere visto un video del genere”.

Voglia di caramelle? Basta aprire YouTube

skittles caramelle

Il legame tra questi particolari video, che a onore del vero sovente scadono in un consumo eccessivo e (nonne di tutto il mondo, perdonateci: parlare male del cibo non è mai carino) talvolta rivoltante, è la sensazione di sazietà è in effetti interessante: per far passare la voglia di caramelle – o di qualsiasi altro dolce, seguendo questa logica – può effettivamente essere utile osservare qualcuno ingozzarsi senza alcun ritegno? L’abbiamo accennato in apertura di articolo come provocazione, ma l’ipotesi dei sensi di colpa pare stia diventando sempre più concreta.

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“Eravamo motivati ​​a scoprire se esistesse un modo per esplorare questo legame attraverso una serie di studi e determinare se guardare video sul consumo di cibo può avere effetti sul comportamento alimentare” ha continuato a tal proposito Hui Min. È bene notare, tuttavia, che l’obiettivo dello studio, almeno in una prima fase, era l’opposto – determinare se i video in questione potessero innescare voglie o abitudini alimentari malsane.

I ricercatori hanno preso in esame 317 individui di età compresa tra i 21 e i 28 anni, poi divisi in gruppi. Un primo gruppo ha dovuto visionare un video in cui alcune persone divoravano interi pacchi di M&M’s per 30 volte di seguito (la visione è durata complessivamente 8 minuti: niente maratone, non temete); un secondo un video in cui semplicemente una moneta veniva messa all’interno di una lavatrice. È bene notare che la visione dei video è stata effettuata con caschi e visori per la realtà virtuale a 360 gradi, e non dallo schermo di un telefono o di un PC.

Terminata la visione, i ricercatori hanno offerto M&M’s ai partecipanti e notato che gli individui del primo gruppo hanno accettato circa un terzo delle caramelle in meno rispetto ai loro “colleghi”. “I video mukbang potrebbero soddisfare l’appetito e potenzialmente indurre le persone a consumare meno cibo” ha spiegato un altro autore dello studio. “Sembra che vedere così tanto cibo consumato abbia la possibilità di indurre l’assuefazione tra gli spettatori portandoli a una sorta di sazietà”.

I risultati, in altre parole, parlano chiaro: “La visione di video di questo genere può essere un modo per indurre sazietà e ridurre la quantità di cibo consumato. Ciò potrebbe essere utile per le persone che desiderano frenare il proprio appetito o gestire comportamenti alimentari compulsivi”. Insomma, volete smetterla con le caramelle? Tempo di aprire YouTube.