Non ce l’ha fatta Vittorio Fusari. Il famoso chef della Franciacorta, ricoverato da circa una ventina di giorni all’ospedale Mellini di Chiari (Brescia) per un principio di infarto, è morto ieri pomeriggio in seguito a un’embolia.
Nella tarda serata di ieri la triste notizia, confermata anche sulla sua pagina Facebook del cuoco 66enne: “Non vi ho lasciati, avete in eredità le mie ricette che raccontano le mie idee. Copiatele e fatele vivere costruendo attraverso il cibo un mondo migliore”. Lo chef lascia la moglie, Anna Patrizia Ucci, odontoiatra e referente del progetto cibo e salute di Slow Food Lombardia, e il figlio di 15 anni. Tantissimi i messaggi di vicinanza rivolti alla famiglia di Fusari, tra cui quello di Iginio Massari: “I miei pensieri corrono ai momenti di felicità condivisa. Ciao Amico Vittorio”.
Nato ad Iseo nel 1953, dopo gli studi in filosofia Fusari decise di aprire nel 1981 il suo primo ristorante, ‘Il Volto di Iseo‘, un’osteria che univa l’alta cucina a un ambiente rilassato. Dal Volto erano nate poi le Maschere, ristorante di cucina d’autore, per poi tornare nel ’95 alla prima esperienza, alla sua osteria di Iseo. Poi l’importante parentesi milanese al Pont de Ferr, dal 2015 al 2017 e il ritorno in Franciacorta, di cui Fusari è stato un simbolo in cucina, a Adro con la Dispensa Pane e vini.
Infine l’ultima esperienza a Bergamo con il ristorante Balzer, storico bar cittadino, che con Fusari è diventato simbolo di convivialità e di comunità del cibo. “Qui – raccontava con orgoglio – sono vietati i preparati, gli additivi e i conservanti a vantaggio delle materie prime fresche, delle biodiversità locali, i prodotti da agricoltura biologica”.