Quando Lollobrigida profetizzava che altri paesi avrebbero seguito l’Italia sulla scia del divieto della carne coltivata, probabilmente non si immaginava che uno dei primi sarebbe stato l’Arizona. E di sicuro non credo che avesse preso in considerazione che a proporre tale divieto fosse un pastore conservatore. Specifichiamo: non pastore di pecore, ma pastore di anime, visto che David Marshall, questo il nome del rappresentante dell’Arizona che ha fatto la suddetta proposta, è stato ordinato pastore della Calvary Chapel Snowflake.
L’Arizona come l’Italia: niente carne coltivata (forse)
Il forse è d’obbligo sia per l’Italia che per l’Arizona. Qui da noi il problema è che rischiamo un’infrazione da parte dell’Unione Europea: se l’UE, infatti, desse l’ok per la commercializzazione e la produzione di questa carne, il divieto in Italia varrebbe quanto il due a briscola visto che impedirebbe il libero commercio delle merci in Europa.
In Arizona, invece, il suddetto pastore non ha fatto i conti con i venture capitalist che negli Stati Uniti stanno finanziando i laboratori che producono la carne coltivata.
Ma facciamo un passo indietro: in Italia sappiamo cosa sta succedendo, ma in Arizona? In realtà sono due i disegni di legge proposti in Arizona per bloccare la carne coltivata in laboratorio nello stato. David Marshall, attualmente pastore di Snowflake, ha presentato il disegno di legge House Bill 2121 per vietare i prodotti animali ottenuti da colture cellulari. In tale caso si vieta sia la vendita che la produzione di tali prodotti per il consumo umano, motivando il tutto per una “questione di interesse statale necessria per proteggere la salute pubblica”. Beh, il pastore è stato più di larghe vedute rispetto a noi italiani: ha vietato la carne coltivata solo per il consumo umano, non animale.
Mentre lasciamo il pastore a tuonare sul pulpito contro la carne coltivata, ecco che in Arizona è stata proposta una seconda legge, questa volta ideata dal deputato Huang Nguyen di Prescott Valley. In questo caso, però, l’HB2244 vuole solamente evitare che la carne coltivata in laboratorio posa ingannare i consumatori. Quindi, di fatto, non ne vieta il commercio o la produzione, ma solo le forme di etichettatura ingannevoli.
Perché questo accanimento dell’Arizona nei confronti della carne coltivata in laboratorio? Non possiamo essere sicuri che Marshall si sia lasciato ispirare da Lollobrigida, dubitiamo che sappia chi sia il ministro dell’Agricoltura italiano. Però è facile intuire cosa lo muova: l’Arizona è uno stato dove l’industria dell’allevamento del bestiame è dominante, fa parte delle tradizioni dello stato e della sua economia.
Quindi è probabile che gli allevatori si sentano minacciati dalla carne di laboratorio. Rimane solo da capire perché si sia fatto portavoce di questi interessi un pastore della Calvary Chapel. A quanto dichiarato dalla sua biografia, non ha trascorsi agricoli: ha fatto parte dell’aeronautica, poliziotto per la Narcotici, ha lavorato per la Task Force contro i graffiti (sì, esiste anche questa divisione), è diventato ufficiale di addestramento, è andato in pensione, ha gestito un rifugio per donne maltrattate e poi ha deciso di diventare un pastore.
In tutto ciò ci sfugge il motivo della sua avversione per la carne coltivata. Magari semplicemente è uno strenuo paladino delle tradizioni con paraocchi a tutti i costi. Non so perché, ma mi ricorda qualcuno.