Un albero che cade fa rumore se non c’è nessuno nei paraggi pronto a sentirlo? Un pesce, quando si addormenta, chiude gli occhi e sta fermo? E soprattutto – si può dire, nell’anno corrente, di essere stati veramente da qualche parte se non si documenta il tutto con foto, storie e video sulla vetrina dei social? Ecco, diciamo che se sulle prime due ci riserviamo ancora qualche dubbio pare ormai evidente che, almeno nella terza opzione, l’umanità abbia preso una decisione pressoché unanime: volenti o nolenti, che ci piaccia o meno, i social media – Instagram in primis, per quanto riguarda questo particolare discorso – occupano una parte sempre più considerevole della nostra percezione del mondo. D’altronde, “l’apparire” è un vanto che ha sempre fatto gola e che, nel caso di certe attività commerciali o punti panoramici, diventa linfa vitale – motivo per cui un’agenzia di viaggi ha redatto la classifica delle aziende del mondo del vino più “Instagrammabili” al mondo.
I vigneti più “Instagrammabili” al mondo: come se la cava l’Italia?
Benino. Potrebbe andare meglio, considerando meramente la posizione in classifica, ma non c’è male, che alla fine – e dateci pure dei bastian contrari – avere troppi riflettori puntati addosso non è sempre e per forza una cosa positiva. Ma prima di dare un’occhiata alla classifica in questione, cerchiamo di capire come è stata creata (spoiler: nulla di complicato, come vedremo tra poco): CV Villas – questo il nome dell’agenzia di viaggi che si è occupata del tutto – si è fondamentalmente limitata a raccogliere e contare il numero di hashtag recanti il nome di ogni azienda. Tutto qui?
A quanto pare sì – il che significa che, di fatto, tutte le foto di altre aziende pubblicate senza il loro nome come hashtag non sono state conteggiate. Ma bando alle ciance: il produttore di vino più “Instagrammabile” del mondo, secondo questi parametri, è il Boschendal in Sud Africa, fote di oltre 95 mila e 500 hashtag associati. Si tratta, per i più curiosi, di una delle tenute vinicole più antiche di questo particolare angolo di mondo, fondata addirittura nel 1685.
Al secondo posto c’è Penfolds Magill Estate ad Adelaide, in Australia, con 94.761 hashtag, seguito dal Castello Di Amorosa della Napa Valley negli Stati Uniti, con 88.784 hashtag. Per trovare la prima bandiera italiana occorre scendere ancora di un gradino, al quarto posto complessivo: Donnafugata – Marsala ha raccolto 65.445 hashtag.
La prossima entry italiana si trova invece verso la metà della classifica, dodicesimo posto, dove si può trovare Ferrari Trento con 33,568 hashtag; e la terza – e ultima – si trova ben più in fondo, verso la fine della Top 30, al venticinquesimo posto complessivo: si tratta di Ceretto, che ha raccolto un bottino di 18 mila hashtag.
Curiosi di dare un’occhiata alla lista completa, così da sapere dove recarvi per pubblicare la prossima foto con didascalie affatto scontate tipo “Life is too short to drink bad wine“? Influencer di tutta Italia, unitevi:
- Boschendal, South Africa
- Penfolds Magill Estate, Australia
- Castello Di Amorosa, United States
- Donnafugata-Marsala, Italy
- Catena Zapata, Argentina
- Champagne Billecart-Salmon, France
- Domaine Carneros, United States
- Marques de Riscal, Spain
- Chateau Margaux, France
- Château La Coste, France
- Wilson Creek Winery, USA
- Ferrari Trento, Italy
- Chateau Mouton Rothschild, France
- Chateau Montelena, United States
- El Enemigo Wines, Argentina
- Wölffer Estate, United States
- Château d’Yquem, France
- Nyetimber, United Kingdom
- Tokara Winery, South Africa
- Waterkloof, South Africa
- Mission Hill Winery, Canada
- Familia Torres – Pacs del Penedes, Spain
- Niepoort Winery, Portugal
- Chateau Haut Brion, France
- Ceretto, Italy
- Champagne Taittinger, France
- Seppeltsfield Barossa, Australia
- Craggy Range, New Zealand
- Robert Mondavi Winery, United States
- Spier Wine Farm, South Africa