Il conto complessivo del rincaro su materie prime, trasporti ed energia per il mondo del vino ammonta a ben 800 milioni di euro: è ciò che emerge dalle ultime elaborazioni del Corriere Vinicolo, il settimanale pubblicato dall’Unione italiana vini (Uiv). Un prezzo decisamente salato, che senza ombra di dubbio inciderà pesantemente sui redditi e sulla competitivitò delle aziende italiane nel settore.
Un elemento che va ad aggiungersi a una situazione già complicata, con la vendemmia 2021 che si è rivelata promettente in termini di qualità ma troppo scarsa e carente per quanto riguarda la quantità delle uve raccolte. Secondo i calcoli e le elaborazioni del Corriere Vinicolo, che a inizio mese aveva già previsto un rincaro del costo delle materie prime che oscillava tra il 20% e il 60%, gli effetti combinati dello stop legato alla pandemia e di questa ripartenza così esosa andranno a influenzare l’economia del mondo vino almeno fino ai primi mesi del 2022, quando invece è previsto un probabile ritorno all’equilibrio tra domanda e offerta.
Paolo Castelletti, il segretario generale dell’Unione italiana vini, ha sottolineato come l’aumento dei costi sta minando sensibilmente la ripresa del settore vitivinicolo. Inoltre, al fine di scongiurare la possibilità che questo aumento dei prezzi “si traduca un gap di competitività sui mercati”, ha evidenziato l’importanza del ruolo della politica e delle istituzioni, che hanno il compito di continuare a “stimolare gli investimenti e la promozione”.