Che le tante lacrime versate per la vendemmia anticipata e i temutissimi tagli produttivi abbiano sostituito le piogge? Secondo le più recenti previsioni vendemmiali redatte dall’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, presentate oggi al Mipaaf, il vigneto italiano ha finito per sconfiggere la minaccia della siccità: le uve si presentano di qualità “dal buono all’ottimo”, con una quantità in linea – e a tratti persino superiore – con la media delle ultime annate. Eh sì, perché a quanto pare la produzione 2022 dovrebbe attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino, in lieve crescita sullo scorso anno (quando furono 50,23 milioni di ettolitri, secondo Agea) e del 3% maggiore rispetto alla media del quinquennio 2017-2021.
Attenzione, però: Assoenologi si assicura comunque di sottolineare come l’andamento meteorologico delle prossime settimane sarà comunque cruciale. In ogni caso, le provvidenziali piogge di agosto su gran parte del vigneto nazionale hanno permesso di salvare una situazione che, fino a qualche mese fa, pareva irrecuperabile; con i grappoli piccoli e avvizziti a causa della carenza idrica. La speranza per il resto di settembre, come anticipato, è che il tempo rimanga soleggiato e “caldo il giusto”.
“La vigna si è rivelata ancora una volta il pivot della filiera” ha commentato il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi “dimostrando come anche con caldo e siccità si possa fare vini di alta qualità e volumi soddisfacenti”.