Il vino rosso in anfora di terracotta è oggetto di indagini al momento: è in fatti approvato il primo esperimento per capire se è “migliore” di quello invecchiato in barrique e silos in acciaio inox.
Il primo esperimento è stato approvato in quanto l’invecchiamento del vino rosso in anfora di terracotta è una tecnica molto di moda, così come si tende a preferire l’invecchiamento in cemento rispetto a barrique e acciaio. Non si hanno ancora dati certi sulle differenze tra questi metodi, ecco perché la Cantina Sociale Colli Fiorentini -con la Scuola di Agraria dell’Università di Firenze – ha avviato un esperimento pragmatico.
In pratica, presso la cantina Valvirginio di Montespertoli hanno messo la stessa quantità di Sangiovese (vendemmia 2018) a invecchiare in serbatoi diversi: tre di acciaio inox, tre barrique nuove, tre barrique usate, tre anfore, tre tini di cemento vetrificato e tre tini di cemento grezzo.
L’invecchiamento durerà 12 mesi ed è già iniziato da 3, quindi siamo a buon punto per avere poi finalmente dei dati scientifici sulla qualità e aromaticità del vino invecchiato in anfora. Marco Puleo, enologo della cantina in fase di sperimentazione, afferma: “faremo uno step intermedio a novembre, cioè a sei mesi dall’avvio della sperimentazione e poi un ultimo panel test al termine del progetto. Negli ultimi anni si è molto diffuso l’impiego delle anfore per l’affinamento del vino e la tendenza più recente è il recupero dei vecchi contenitori in cemento armato, sia grezzo che vetrificato, che erano molto in voga prima che arrivasse il trend del legno“.
Valentina Canuti, una delle ricercatrici coinvolte, sostiene che ” è presto per affermare che i diversi contenitori hanno impatti differenti sul profilo chimico e sensoriale del vino, ma già iniziamo a notare delle differenze. Trascorsi i primi sei mesi di maturazione, avremo i primi dati concreti e potremo trarre le prime considerazioni”.
Fonte e immagine: ilsitodifirenze.it