Un bicchiere di vino non può provocare tumori: è questo il sunto della linea adottata da Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi e dell’omonima società di consulenza viticole ed enologiche, a riguardo del piano volto a sconfiggere il cancro sul quale il Parlamento europeo sarà chiamato a pronunciarsi tra qualche giorno.
Inaccettabile, secondo Cotarella, che secondo la Commissione Beca (Beating Cancer) non ci sia una quantità sicura di consumo di alcol: “Abbiamo centinaia di studi scientifici in merito al tema vino e salute che affermano con certezza come un buon bicchiere di vino rientri in quello che viene definito stile di vita sano dell’individuo”, spiega l’enologo. “L’Unione europea difenda il bere moderato e responsabile, altrimenti decreterà la fine di una storia, quella della viticoltura italiana”.
L’invito di Cotarella, un po’ come nel capitolo Nutriscore, è sempre lo stesso: evitare di generalizzare il consumo di vino (o di alcol, più in generale) senza fare alcuna distinzione tra consumo e abuso. “Noi enologi siamo i primi a voler tutelare la salute dell’uomo e siamo pronti a dare il nostro umile contributo al Piano in discussione al Parlamento europeo, ma lo vogliamo fare attraverso un percorso dettato dalla consapevolezza e dalla serenità di giudizio” conclude Cotarella. L’elefante nella stanza, però, rimane: che il vino sia il nuovo tabacco?