Vino: poco fa bene, dice Lollobrigida, ma al Ministero non la pensano così

Bere poco vino non è pericoloso, anzi "fa bene", sostiene il ministro Lollobrigida. Al Ministero della Salute, però, la pensano diversamente.

Vino: poco fa bene, dice Lollobrigida, ma al Ministero non la pensano così

La tesi del “consumo non significa abuso” è quella che più sovente abbiamo visto sventolare in difesa del mondo del vino – e degli alcolici in generale, a dirla tutta – nel corso degli ultimi tempi, segnati da una crescente consapevolezza sugli effetti negativi dell’alcol. Non dovrebbe dunque sorprendere apprendere che, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri, il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida abbia cercato di impugnare ancora una volta il vessillo del “poco fa bene”; finendo tuttavia per scontrarsi clamorosamente con le linee guida aggiornate dal Ministero della Salute.

Vino e bevande alcoliche: “zero o il meno possibile”, dice il Ministero

vino

La pietra dello scandalo (una delle tante, che a onore del vero la questione si protrae da qualche anno e sta diventando sempre più complessa) è la relativamente recente introduzione da parte dell’Irlanda delle cosiddette “etichette anti-alcol” o “etichette salutiste” che dir si voglia, vale a dire etichette che avviseranno i consumatori dei danni causati dall’assunzione di bevande alcoliche – vino naturalmente incluso. La notizia è stata accolta dalle nostre parti come una spaventosa ondata di nuovo proibizionismo, e il con il ministro Lollobrigida e alleati che si sono uniti in una fiera – ma non sempre limpida – opposizione.

Vino: la battaglia contro le etichette anti-alcol ha senso? Vino: la battaglia contro le etichette anti-alcol ha senso?

Che intendiamo con “non sempre limpida”? Semplice – diamo un’occhiata alle più recenti dichiarazioni di Lollobrigida, già anticipate in apertura di articolo: “Il vino è un prodotto fondamentale, può essere assunto in maniera equilibrata e moderata” ha commentato “e riteniamo che vada difesa la possibilità di non stigmatizzare un prodotto che sicuramente non fa male se assunto con moderazione, e che a mio avviso fa anche bene”.

Per carità, difendersi dal tentativo di stigmatizzare una produzione può essere giusto; ma quando le proporzioni di questa difesa si riducono al “poco fa bene” e devono scontrarsi con la verità oggettiva – il vino nuoce alla salute, inutile girarci intorno – e con le linee guida del Ministero della Salute ecco che viene lecito chiedersi per quale motivo la conferenza stampa di Lollobrigida ricordi quasi una cerimonia di inaugurazione del Vinitaly.

“Oggi nei documenti di consenso, nelle Linee Guida per una sana alimentazione, non si usano più termini come “consumo moderato”, “consumo consapevole” o simili, che potrebbero indurre il consumatore in una certa indulgenza nel bere alcolici” si legge in chiari termini sul sito ufficiale del Ministero della Salute. “Non è possibile, infatti, identificare livelli di consumo che non comportino alcun rischio per la salute”.

Poi vero, la regola dorata del “meno è meglio” è sempre valida (così come lo è per le sigarette, alla fine); ma da qui a sostenere che “poco fa bene” pare ci sia uno scarto piuttosto notevole – talmente notevole da riuscire a nasconderci il favore a qualche settore.