Più di 3 milioni di bottiglie in appena sei mesi, risultanti in una crescita del 30% netto rispetto a quanto imbottigliato nello stesso periodo di riferimento nell’anno precedente: sono questi i numeri da capogiro dell’Etna DOC presentati nel più recente rapporto redatto dall’omonimo Consorzio di Tutela, che di fatto attesta l’ottimo stato di salute della denominazione siciliana. Una crescita che, di fatto, equivale a circa 700 mila bottiglie di vino e che, a tutti gli effetti, permette ai produttori di salutare definitivamente le difficoltà del periodo più duro della pandemia.
Analizzando le singole tipologie saltano immediatamente agli occhi il balzo dell’Etna Bianco DOC (+37%), che conferma l’ottima performance della varietà autoctona Carricante, e il decollo dell’Etna Rosato DOC (+50,3%) che pare ritagliarsi un ruolo sempre più da protagonista nelle preferenze dei consumatori. L’etichetta più imbottigliata, in ogni caso, continua a essere quella dell’Etna Rosso DOC, che da solo è di fatto responsabile di quasi 1,5 milioni di bottiglie (una crescita del 27% su base annua).
“Da non sottovalutare la tipologia Spumante” continua poi Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC “che ora prevede la presenza del Nerello Mascalese almeno per l’80% e che, sebbene sia ancora una nicchia, ha margini di crescita davvero interessanti e dai quali ci aspettiamo molto nella seconda metà dell’anno”. Rimanendo nel contesto della Sicilia, segnaliamo che anche un altro vino autoctono – il Grillo – ha di recente fatto registrare un’importante crescita produttiva.