Il vino dell’Etna ritorna ai valori di produzione registrati nel periodo pre-Covid, superandoli di misura: in base ai dati rilasciati dal Consorzio Doc Etna in occasione della presentazione di Contrade dell’Etna, infatti, l’ultima vendemmia ha portato in cantina un bottino di ben 34 mila ettolitri, scavalcando i 32 mila raggiunti nel 2019.
In crescita soprattutto i bianchi e il Nerello Mascalese, vitigno simbolo del territorio, che nel corso degli anni ha contribuito a far conoscere l’Etna nell’universo vitivinicolo. Volgendo lo sguardo al futuro, inoltre, il Consorzio ha annunciato l’intenzione di mappare le contrade presenti sul vulcano, i cui dati sono già stati raccolti e che passeranno presto in fase di elaborazione.
“L’Etna ha avuto il vantaggio di avere avuto una delle prime zonazioni viticole della Sicilia ma bisogna imparare ad utilizzare questa grande ricchezza del suolo” ha commentato Attilio Scienza, docente universitario ed esperto di vitivinicoltura, intervenuto nel corso della presentazione di Contrade dell’Etna con una conferenza. “E accanto a produzioni di alta qualità serve la capacità dei produttori di saper raccontare i propri vini. Bisogna costruire un modello narrativo che possa attirare la curiosità del consumatore”.