L’Australia del vino si sta preparando per fare i conti con quella che, stando al parere degli esperti del settore, sarà un’annata disastrosa – perlomeno dal punto di vista economico. A onor del vero le radici della recessione dell’industria vinicola locale furono piantate ben 25 anni fa, ma l’anno in corso pare sarà quello più foriero di cattive notizie grazie al susseguirsi di una serie di problemi; che vanno dallo scontro commerciale in corso con la Cina al fatto che molti agricoltori, particolarmente nel Victoria e nel New South Wales, abbiano deciso di lasciare i grappoli attaccati alle viti per mancanza di domanda; fino all’uscita dal business di aziende del calibro di Casella Family Brands, uno dei maggiori produttori del Paese.
Il problema alla radice è che l’Australia versa in una condizione di eccesso di colture da almeno 20 anni: nel 1996 l’industria vitivinicola decise di mettere in atto un piano a lungo termine, ma in soli tre o quattro anni il Paese aveva piantato abbastanza vigneti per raggiungere gli obiettivi di vendita del 2025. Consideriamo poi che, tradizionalmente, il vino australiano fa affidamento sull’export, con la Cina che si profilava come migliore amico (il Paese del Dragone era l’indirizzo del 40% delle esportazioni complessive e del 25% di tutto il vino prodotto) almeno finché non decise di imporre dazi che arrivano al 212% – tagliando di fatto le gambe ai produttori australiani. Il risultato? Una riduzione del 13% del volume delle esportazioni e del 26% a valore fiscale, con vendite in calo anche in Regno Unito, Stati Uniti e Canada.
Chiaro, la colpa non è esclusivamente della Cina: gli anni di pandemia hanno innescato una crisi della catena di approvvigionamento che ha particolarmente penalizzato i porti australiani, e la crisi delle vendite è arrivata in concomitanza con un deciso aumento delle produzione che, di fatto, ha messo ulteriormente sotto pressione le capacità delle cantine e delle infrastrutture locali. La strategia elaborata dal settore per navigare attraverso la tempesta prevede un’espansione verso il mercato statunitense: Wine Australia ha infatti recentemente dichiarato che quest’anno aggiungerà 50 nuove aziende vinicole nel suo programma di espansione verso la terra a stelle e strisce, portando il numero totale di aziende vinicole australiane vendute negli Stati Uniti a 297.