Quando si parla dell’Italia del vino si va immediatamente a pensare a Toscana, Veneto e Piemonte come motori trainanti del settore, finendo per dimenticare tra le righe le produzioni del Sud; e in base a quanto emerso da un studio redatto da Nomisma-UniCredit si può concludere che equivale a sottovalutare un coefficiente importante della filiera nazionale. Si calcola, infatti, che le regioni continentali del Meridione contribuiscano a più del 20% della produzione nazionale, con la Puglia che spicca per la propria volontà di puntare sulla qualità del prodotto favorendo in particolare la produzione biologica.
Il vigneto del Tacco dello Stivale è infatti terzo a livello nazionale per estensione dedicata al biologico (dietro solo a Sicilia e Toscana), sintomo di un’importante crescita del comparto vitivinicolo regionale. Crescita trainata anche dalle esportazioni, che negli ultimi cinque anni hanno registrato un incremento del 46,3%, con Germania, Svizzera, USA e Regno Unito che si profilano come mercati di riferimento e Cina che promette alte potenziali di crescita.
In questo contesto, è facile vedere come il comparto vitivinicolo sia una delle più rinomate eccellenze del territorio pugliese, fungendo da volano per lo sviluppo culturale, occupazionale e turistico della regione. Con il futuro alle porte, però, è importante non perdere l’occasione di far fruttare il lavoro svolto finora: “Per le imprese è fondamentale non perdere l’opportunità del Pnrr per favorire la transizione digitale e sostenibile dei modelli di produzione in modo da intercettare nuove opportunità di valorizzazione dei propri prodotti” ha commentato a tal proposito Leandro Sansone, Responsabile Territorial Development per il Sud di UniCredit.