Periodo difficile, per il mondo del vino. Da una parte abbiamo l’introduzione in Europa delle cosiddette “etichette anti-alcol”, che di fatto puntano a avvisare i consumatori dei pericoli alla salute causati dal consumo di alcolici – vino naturalmente compreso -; dall’altra un crollo dei consumi stessi. L’aria della crisi tira anche a Bordeaux, dove i produttori locali sono arrivati a rivolgersi alle autorità governative chiedendo a gran voce dei risarcimenti per le scorte rimaste invendute. La richiesta, stando a quanto sostenuto dagli stessi produttori, sarebbe necessaria per salvare il portafoglio delle cantine e con esso i loro mezzi di sussistenza.
La crisi del Bordeaux: cambi di abitudini e nuove tendenze
A onore del vero è qualche tempo, ormai, che il consumo di vino in quel d’Oltralpe subisce qualche colpo. Un sondaggio risalente allo scorso novembre, ad esempio, ha svelato che i consumi di vino rosso in particolare sono crollati del 32% nel corso degli ultimi dieci anni, con un picco nella fascia di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Tra le cause principali del declino il rapporto ha individuato un parallelo calo dei consumi di carne rossa e un aumento delle famiglie con genitori single, che sono meno propensi ad aprire una bottiglia di vino per accompagnare i pasti.
È bene notare, per di più, che la Francia si trova nel pieno occhio di quel ciclone che è la crescita delle bevande analcoliche – una tendenza che va naturalmente a impattare sui numeri dei “cugini” alcolici. “La gente beve altre cose” ha commentato a tal proposito Didier Cousinez, portavoce dei produttori di vino della Gironda. “Preferiscono la birra o le bevande gassate al vino”.
I seguaci di Bacco sono preoccupati, in altre parole, e sentono il bisogno di correre ai ripari: i produttori vogliono distruggere le scorte invendute per fare spazio alle nuove annate e far salire i prezzi poiché senza rincari, dicono, il settore rischierebbe il collasso; e poi estirpare il 10% dei loro vigneti (pari a circa 15 mila ettari complessivi) per un risarcimento di 10 mila euro per ogni ettaro distrutto.
La palla è nella metà campo del governo, ora: i rappresentanti dei produttori di Bordeaux hanno affermato di aver fatto pressioni sul ministro dell’Agricoltura, Marc Fesneau, e si sono detti ragionevolmente ottimisti sul fatto che le autorità governative avrebbero agito accogliendo le loro richieste. Il ministro, nel frattempo, ha promesso un pacchetto da 160 milioni di euro che comporterebbe la distruzione delle scorte di vino invenduto.