Altro che meriggiare pallido e assorto – l’inizio dell’estate ha portato delle pessime notizie alla Francia del vino. Stando a quanto riportato dalle aziende metereologiche locali, infatti, nel giro di appena dieci giorni tempeste e violente grandinate si sono abbattute circa 30 mila ettari vitati, coinvolgendo di fatto la maggior parte delle Regioni produttive. I primi segnali di un’estate da dimenticare arrivarono il 18 giugno: l’ondata di calore che ha coperto il Paese come un sudario ha scatenato delle bombe d’acqua su Pessac–Léognan, annegando letteralmente le viti. Pochi giorni dopo i filari di Bordeaux si sono svegliati coperti da una ruvida coperta bianca – la terza grandinata dall’inizio del mese, che si è scatenata su 10 mila ettari di vigneti e determinato una potenziale perdita del 30% sul raccolto complessivo.
Le nubi minacciose e la grandine hanno dunque raggiunto il Cognac – qui la perdita del potenziale produttivo si attesta attorno al 15%, con 13,5 mila ettari colpiti – e poi il Beaujolais, che di fatto riporta danni sul 30-80% dei vigneti in un raggio di appena 20 chilometri. Interessante (ma anche preoccupante) notare, in questo contesto, che a Cahors si sono registrati tra gli 80 e i 130 millimetri di pioggia in appena 30 minuti – un’alluvione tanto violenta quanto pericolosa. Non è stato risparmiato nemmeno il Languedoc-Roussillon: la piccola denominazione di Pic-Saint-Loup lamenta 500 ettari danneggiati, con la metà di essi che ha dovuto salutare il 30% del proprio potenziale produttivo.