Il vino Made in Italy comincia ad affacciarsi sull’immenso mercato rappresentato dalla Cina, e lo fa grazie a Sangiovese e Nebbiolo. A sottolineare la crescita dell’importazione italiana è un’analisi compilata da Vinehoo, uno dei portali di vendita di vino più utilizzati in Cina, che evidenzia anche i principali motivi per cui le produzioni nostrane faticano ad affermarsi tra i consumatori cinesi.
In primis è una mera questione di palato: il vino tricolore ha, tendenzialmente, un tannino piuttosto prepotente e viene declinato in un regime di austerità che lo rende difficile da avvicinare per chi non è abituato. I consumatori cinesi, di fatto, preferiscono la generosa morbidezza dei vini americani e cileni o l’eleganza di quelli francesi. Nebbiolo e Sangiovese rimangono, come accennato in precedenza, tra i più amati grazie al loro prezzo relativamente alto, che denota una certa qualità. Vinehoo sottolinea inoltre che, a partire dal 2020, c’è stato un maggiore interesse anche verso i vini siciliani, alto atesini e friulani. Più in particolare, l’Etna è tra le denominazioni più apprezzate e riconosciute, mentre per il futuro si punta sull’amabile freschezza del Prosecco e sui vini naturali.
“Oltre a questo uno dei problemi maggiormente riscontrati è anche l’identità del vino italiano tra troppe denominazioni e varietà di vitigno, che naturalmente generano grandi differenze di stile e di riconoscibilità del vino per il consumatore cinese”, ha spiegato Eva Xia, responsabile acquisti di Vinehoo, che rimane tuttavia fiduciosa del fatto che il vino Made in Italy possa affermarsi con grande successo in Cina se le aziende e i consorzi si impegneranno a educare correttamente il pubblico.