Il valore complessivo dell’imbottigliato certificato nel 2021 da Valoritalia sfiora i dieci miliardi di euro: è quanto emerso dalla presentazione dei dati inerenti ai processi di certificazione di 218 denominazioni di origine italiane, in occasione dell’Annual Report a Roma. Importante notare, in questo contesto, che di fatto nonostante le difficoltà determinate dall’emergenza sanitaria le vendite di vino a denominazione siano forti di una crescita in doppia cifra (+12%), infondendo un rinnovato (e necessario) ottimismo verso un futuro che di fatto sembrava configurarsi in modo piuttosto minaccioso.
Nel contesto del Vigneto Italia la locomotiva rimane ancora una volta il Nord Est, con il Pinot Grigio delle Venezie, il recente balzo dalla Valpolicella e in particolare l’universo Prosecco (che di fatto comprende sia la Doc Prosecco che le Docg del Conegliano-Valdobbiadene e dell’Asolo), autori di una crescita complessiva che nel biennio 2020-21 ha fatto registrare un +22,7% per una mole produttiva totale di poco inferiore al miliardo di bottiglie. Notevoli anche le impennate di altre denominazioni come il Brunello di Montalcino (+40%, tanto che l’annata 2016 è già praticamente sold out), Barolo (+27%), Gavi (+23%), Franciacorta (+12%), Chianti Classico (+11%), Nobile di Montepulciano (+10%).
“Oggi certifichiamo quasi 20 milioni di ettolitri, equivalenti al 56% della produzione nazionale di tutte le Do, per un totale di quasi 2,1 miliardi di bottiglie” ha commentato a tal proposito il Direttore Generale di Valoritalia Giuseppe Liberatore. “Nel nostro sistema vengono gestiti i movimenti di 95mila operatori che rappresentano buona parte dell’intero comparto vitivinicolo. Una macchina organizzativa estremamente sofisticata, unica nel suo genere, che costituisce una sorta di benchmark a livello mondiale”.