L’equazione è semplice – fa sempre più caldo, ogni anno più del precedente. Una tendenza che per la maggior parte del pianeta è decisamente preoccupante ma che, nel microcosmo di alcuni contesti, potrebbe portare un’inaspettata fortuna: è il caso della produzione di vino del Regno Unito, che di fatto potrebbe beneficiare degli effetti del cambiamento climatico arrivando perfino a spodestare regioni storiche come lo Champagne e la Borgogna. Il graduale innalzamento delle temperature, infatti, potrebbe portare a un aumento di 1,4 gradi Celsius nelle Terre della Regine entro il 2040, determinando di conseguenza un incremento della quantità di zucchero nell’uva e permettendo ai produttori locali di pianificare annate con una maggiore gradazione alcolica e una migliore qualità generale.
Questo, in parole povere, è quanto emerge dallo studio Climate Resilience in the UK Wine Sector – le cui conclusioni già vi raccontammo un mesetto fa circa, con il Regno Unito che ammiccava a un miglioramento delle condizioni per il Pinot Nero. Una rivoluzione che per l’appunto andrebbe anche a coinvolgere la produzione di rosso: “In questo Paese non siamo rinomati per la produzione di vini rossi fermi” ha spiegato il professor Stephen Dorling, che ha diretto lo studio. “Il cambiamento climatico offre una possibilità per cambiare le carte in tavola”. In altre parole, mors tua vita mea.
I produttori britannici, nel frattempo, si stanno attivando per approfittare di quanto sta accadendo: nel 2021 i vigneti coprivano circa 3800 ettari di terreno nel Regno Unito, un aumento di quasi il 400% rispetto al 2004. Stando alle stime dei ricercatori, si prevede che l’industria vinicola locale potrà contare su annate simili al 2018 – un anno particolarmente eccezionale, segnato da un’estate lunga e atipica – nel 60-75% dei casi, aumentando le possibilità di portare sugli scaffali prodotti finali di alta qualità.