Si torna a parlare di vino perché pare che il Consorzio Asti Docg sia rimasto assai soddisfatto della vendemmia. Anzi: parla proprio di una vendemmia inaspettata. In effetti, nonostante la siccità, la vendemmia dell’uva Moscato bianco è finita con risultati positivi per quanto riguarda lo stato di salute delle uve, la gradazione zuccherina e il contenuto aromatico dei mosti.
Per quanto riguarda la sintesi aromatica, pare che sia la più alta degli ultimi anni, mentre anche il livello volumetrico rispetta i parametri imposti dal disciplinare.
Considerando la siccità e le alte temperature di quest’anno, si temeva un raccolto scarso e di qualità inferiore. E invece non è andata così, nonostante nell’area di produzione dell’Asti Docg le precipitazioni siano state più basse del 30% rispetto agli anni passati.
Dunque perché la vendemmia è andata bene? Fondamentalmente perché non ci sono stati danni da gelo e anche perché, una volta iniziato il germogliamento, lo sviluppo della vite è stato molto veloce, anticipando di 10-20 giorni il tempo della vendemmia.
Anche la qualtià dell’uva non ha risentito delle alte temperature. Vuoi per le tecniche colturali, vuoi perché il calso ha fatto ispessire la buccia, ecco che non ci sono stati fenomeni estesi di scottature e appassimento. Inoltre anche il numero di grappoli per germoglio nel 2022 è stato più alto rispetto al 2021, anche se questo si è concretizzato con grappoli dagli acini più piccoli.
Il Consorzio ha poi parlato anche dei dati di vendita. Con riferimento al primo semestre del 2022, ecco che si confermano le tendenze del 2021. L’Asti Spumante va per la maggiore in Russia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Italia, mentre il Moscato d’Asti spopola negli USA. Per quanto riguarda le esportazioni, rappresentano il 90% della produzione.
Adesso bisogna vedere se si riusciranno a mantenere anche i numeri di bottiglie registrati nel 2021, quando si parlava di 60 milioni di bottiglie di Asti Spumante e 42 milioni di Moscato d’Asti. Per fare ciò, il Consorzio ha già approvato (ma deve adesso proporre in Regione Piemonte) l’ampliamento di 300 ettari della superficie destinata ai vigneti di Moscato bianco per la produzione dei vini Asti Docg.
Si tratta di un’importante novità che bypassa un limite esistente da tempo. Con questi ettari aggiuntivi, si potrebbero produrre altri 3 milioni di bottiglie che andrebbero a costituire una scorta destinata a rispondere prontamente alle richieste del mercato.
Stefano Ricagno, vicepresidente senior del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg, ha spiegato che la vendemmia 2022 è stata frutto di un anno climaticamente parlando difficile e impegnativo. Il caldo e la siccità dimostrano che i cambiamenti climatici ci sono e rimangono, ma dobbiamo imparare a conviverci adattando i nostri comportamenti. E i risultati in vigna e in cantina dimostrano che gli sforzi fatti sono serviti a qualcosa: dal punto di vista qualitativo, infatti, l’uva moscato raccolta è bella e sana.
Ma non solo la vendemmia dell’Asti spumante è andata inaspettatamente bene: anche quella del Chianti parla di risultati eccezionali sia per qualità che per quantità.