Il Nero D’Avola è famoso per essere un vino dal bouquet particolarmente ricco e generoso: una ricchezza che, a quanto pare, ha anche contagiato i numeri della produzione relativi all’annata 2020. Stando ai dati elaborati dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, infatti, lo sfortunato anno della grande pandemia ha fatto registrare una produzione di circa 50 milioni di bottiglie certificate, che svetta di 10 milioni sui numeri del 2018.
Un traguardo che è stato festeggiato a dovere, grazie a una serata di degustazione in cui il Nero D’Avola è stato abbinato alle pietanze dello dello chef Carlo Cracco nel suo ristorante in Galleria a Milano. Per l’occasione, lo chef ha realizzato un menu vegano utilizzando ingredienti come “come gli asparagi, i funghi, il cavolo o la verza, che potessero esaltare le potenzialità di un vino così potente ed elegante, tradizionalmente legato alle proteine animali”. Nel corso della serata è stato presentato il progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo”, promosso e sostenuto dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia in partnership con il Dipartimento regionale dell’Agricoltura della Regione Siciliana, l’Università degli Studi di Palermo e il Centro regionale per la conservazione della biodiversità viticola ed agraria “F. Paulsen”; che si pone come obiettivo la conservazione della biodiversità generata dai 3000 anni di viticoltura in Sicilia.
“Da sempre la missione del Consorzio è rafforzare l’identità dei vini siciliani, migliorandone la qualità, l’immagine e il posizionamento sul mercato” ha commentato a tal proposito il presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia Antonio Rallo. “Il progetto a sostegno del “Vigneto Sicilia” diventa quindi per noi centrale per lo sviluppo dell’enologia siciliana e siamo orgogliosi di poterlo sostenere a fianco delle altre istituzioni coinvolte”.