“40 milioni di euro”. Questa la cifra che si vocifera abbia incassato la coppia Guido Martinetti-Federico Grom per la cessione di Grom, un piccolo colosso del settore gelatiero con punti vendita in 86 Paesi nel mondo, a Unilever, la multinazionale svizzera proprietaria, tra molti altri, del marchio Algida.
Una cifra notevole, riportata dal quotidiano Libero (non online e comunque poco distante dalle aspettative), indice del successo che l’abile coppia di ragazzi piemontesi ha costruito intorno a un prodotto di buona qualità, avvalendosi di una comunicazione efficace a base di termini quali “il gelato come una volta”, “genuino”, “naturale” e “artigianale”.
Successo che nemmeno l’obbligo di levare il termine “artigianale” dalla propria macchina comunicativa nel 2015, dietro istanza del Codacons, è riuscito a scalfire.
Ma il vulcanico duo ha in cantiere nuovi progetti che riguardano la tenuta biologica di Mura Mura, a Costigliole d’Asti, dove viene coltivata anche la frutta per i gelati di Grom.
“Abbiamo investito personalmente in un ampliamento della nostra tenuta di Mura Mura –racconta Federico Grom– per produrre vino. Faremo Nebbiolo, Barbera e poi, pensando alle donne (con buona pace di Paola Perego e i suoi luoghi comuni sull’universo femminile, n.d.r.) punteremo sul Moscato passito.
Un nuovo obiettivo per la coppia Grom-Martinetti, che intende rivolgersi al settore del vino per diversi motivi: “Perché era il precedente lavoro di Guido –precisa Grom– e perché c’è un filo conduttore con i gelati: la cura e l’attenzione per l’agricoltura”.
Oltre alla vigne “a Mura Mura realizzeremo un piccolo bed and breakfast, una sorta di hotel dello sport specializzato nel triathlon, che è il nostro sport preferito. Ci saranno una piscina olimpica per il nuoto e percorsi professionali per le bici e la corsa”.
Le prime bottiglie di vino vedranno la luce il prossimo anno, e si chiameranno “Mura Mura”. “Un nome che arriva dal Madagascar –continua Federico Grom– e che significa lento lento. Una sorta di filosofia dell’esistenza che vuol dire “assapora con tranquillità i piaceri della vita e goditela”.
Ma anche perché, continua Grom, in piemontese “mura, pronunciato con la U chiusa, significa ‘matura’ ed è quindi un facile riferimento all’uva; in Giappone, invece, mura significa ‘piccolo paese di campagna”.
Insomma, tutto torna.
[Crediti | Il Giornale]