È arrivato durante un’intervista alla Cnbc l’affondo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump verso il vino francese: “La Francia si fa pagare molto per i nostri vini, mentre noi li facciamo pagare molto poco per il loro vino. È ingiusto, e gli Stati Uniti dovranno fare qualcosa”, ha detto il tycoon americano.
La minaccia è quindi chiara: nei programmi del presidente c’è l’inserimento di dazi per le bottiglie di vino francese importate negli Stati Uniti.
Evidentemente, i rapporti con l’Eliseo non sono poi così “eccezionali” come Trump aveva detto appena pochi giorni fa, durante le celebrazioni del D-Day in Normandia: un’iniziativa del genere sarebbe infatti un discreto sgambetto al mercato vitivinicolo francese, che sull’export ha costruito nel 2019 9.3 miliardi di euro di giro d’affari, segnando in realtà un calo rispetto all’anno precedente; mentre le importazioni di vino americano sono cresciute del 200% da un anno all’altro, come riporta Il Sole 24 Ore. Negli Stati Uniti, che sono i maggiori acquirenti di vino europeo, sono in vigore dazi di 5,3 centesimi di dollaro a 14,9 centesimi di dollaro sulle bottiglie standard, a seconda del paese di provenienza e della gradazione alcolica.
L’Unione europea invece prevede dazi per il vino Usa importato che vanno dagli 11 centesimi di dollaro ai 29 centesimi a bottiglia. Non è la prima volta che l’argomento viene toccato da Donald Trump: già a novembre, infatti, aveva affrontato il tema su Twitter, spiegando quanto fosse difficile posizionarsi sul mercato del vino per i produttori americani, in particolare quelli della California, che si sono affacciati tardi in un settore già molto competitivo. “Una situazione che deve cambiare!”, aveva scritto allora il presidente nel suo tweet sull’argomento.
[Fonte: Il Sole 24 Ore]