Le frodi rischiano di dare il colpo di grazia alle esportazioni di bottiglie di vino italiano in Cina dove, dopo anni di costante crescita, sono praticamente dimezzate con un crollo del 44% nel 2020 anche per effetto dell’emergenza Covid.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi dell’anno in riferimento all’operazione dei Nas di Firenze che hanno sgominato un traffico di vini toscani pregiati contraffatti come Sassicaia, Brunello di Montalcino e Chianti da parte di una società di import-export con sedi in Italia e in Cina.
“Il gigante asiatico – sottolinea la Coldiretti – per effetto di una crescita ininterrotta della domanda è entrata nella lista dei cinque Paesi che consumano più vino nel mondo ma è in testa alla classifica se si considerano solo i rossi. Le bottiglie italiane – precisa la Coldiretti – sono particolarmente apprezzate tanto da attirare l’attenzione del lucroso business del falso Made in Italy agroalimentare che nel mondo vale oltre 100 miliardi di euro”.
“Le frodi – continua la Coldiretti – mettono a rischio un motore economico che con il vino ha generato oltre 11 miliardi di fatturato lo scorso anno e offre opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone. Con una produzione di oltre 46 milioni di ettolitri nella vendemmia 2020 che conferma il ruolo di leader mondiale davanti alla Francia – conclude la Coldiretti – la produzione tricolore è destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 % per i vini da tavola”.