Si chiama Wokenwine ed è, di fatto, una nuova piattaforma NFT dedicata al mondo del vino: il suo obiettivo è quello di fare da fondamento per la prima community di appassionati che abbiano intenzione di operare nel trading fornendo un ecosistema equo e trasparente, dove la tecnologia blockchain (e non diteci che ancora non sapete come funziona) garantisce che ogni singola bottiglia registrata sulla piattaforma sia unica.
Vero, va specificato che il progetto si trova ancora nella sua infanzia, tanto che il lancio ufficiale è previsto per giugno 2022; ma il team si è già impegnato per avviare numerose trattative con alcune delle più prestigiose etichette del mondo. Team che vanta profili d’eccezione: l’amministratrice delegata, Valéry Lux, è forte di 25 anni di esperienza nel private equity e nel business tra Europa e Singapore, la Chief Operating Officer è Raphaèle Hervé Marraud de Sigalony, specialista del mondo dell’arte e in particolare delle porcellane cinesi e del mercato asiatico, mentre Valérie Engel, esperta dell’area IT che nel corso della sua carriera ha gestito diverse società tra Europa e Singapore, ricoprirà il ruolo di Chief Technology Officer.
Pare evidente l’emergere di un doppio filo, dunque, che collega il mondo del vino e quello degli NFT: solamente la settimana scorsa vi raccontammo della prima asta della storia dell’Africa che metteva in palio degli NFT di vini pregiati, e che di fatto sempre più appare sintomo dell’ennesima evoluzione del settore.