Fermi tutti – ma non ne avevamo già parlato? Beh, sì e no. I nostri lettori più attenti ricorderanno senz’altro che, dopo una lunga e a tratti estenuante campagna di difesa di alcune delle cosiddette eccellenze del Made in Italy, il rischio di penalizzazione nei programmi di promozione europei fu scongiurato. Ancora confusi? Non c’è problema, vi facciamo un piccolo riassunto: la Commissione europea aveva fondamentalmente proposto di tagliare le risorse europee da destinare alla pubblicità di prodotti come la carne rossa, i salumi e il vino, in quanto ritenuti potenzialmente dannosi per la salute (ricorderete, a tal proposito, le perentorie parole dell’Oms sul consumo di alcolici). La proposta trovò tuttavia la resistenza di un gruppo di nove Paesi, tra cui l’Italia, che la ritenevano penalizzante in quanto andava a intaccare alcuni dei prodotti più importanti della propria produzione agroalimentare.
Niente tagli ai fondi Ue: le parole di Francesco Lollobrigida
Come abbiamo accennato in apertura la proposta venne dunque bocciata circa un mesetto fa, verso la fine di ottobre: l’Italia e i suoi otto “colleghi” (Bulgaria, Francia, Irlanda, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Spagna) riuscirono a salvare un piatto dal valore complessivo di 186 milioni di euro da declinare in programmi di promozione e pubblicità nell’anno a venire. Ora, tuttavia, durante una seduta al Comitato degli Stati Membri sul Programma di Lavoro Annuale per la promozione dei prodotti agroalimentari; ecco che il comitato si è espresso a favore del testo rivisto.
In altre parole niente più timori, niente più spettri, niente più paura che la produzione del nostro caro vecchio Stivale possa rimanere penalizzata. “È un grande risultato” ha commentato a tal proposito il neo ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, nel definire l’approvazione del nuovo testo come “una notizia importantissima per tutta la nazione, una vittoria che abbiamo ottenuto lottando con determinazione a difesa delle eccellenze italiane”.
Importante notare, in questo contesto, che “adesso ci sono anche più risorse economiche per le Indicazioni Geografiche, con altri 2 milioni di euro, proprio come avevamo chiesto noi”. Insomma, il risultato è innegabilmente importante – ma è necessario sottolineare che il lavoro per raggiungerlo era già iniziato con gli esecutivi precedenti.
Le associazioni di filiera, ormai evidentemente ben calate nella parte dei guerriglieri, invitano tuttavia a non abbassare la guardia: “Nel prossimo regolamento non si torni a demonizzare alcuni prodotti” ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “La politica di promozione dell’Ue deve continuare a sostenere tutti i prodotti agricoli dell’Unione” ha invece dichiarato Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia “respingendo gli atteggiamenti discriminatori che rischiano di favorire la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale”. A proposito: ma a che punto siamo veramente con ‘sta carne sintetica?