Il 2022 è stato un anno di profondi cambiamenti, macchiato principalmente dalla costante crescita del costo della via a causa dell’elevato tasso di inflazione e dai numerosi rincari al costo di materie prime ed energia. È inevitabile che, in un contesto del genere, il panorama dei consumi abbia subito profondi cambiamenti: prendiamo ad esempio in esame il rapporto redatto dall’Osservatorio di UIV, che ha analizzato i dati ISTAT relativi al consumo di vino in Italia nel corso dell’anno passato, facendo emergere una costante diminuzione dei cosiddetti “consumatori quotidiani” controbilanciata da un aumento dei “consumatori saltuari”.
Vino, una panoramica dei consumi nel 2022: un’occhiata al rapporto dell’Osservatorio
Dati alla mano, i consumatori di vino nel nostro caro e vecchio Stivale censiti nel 2022 sono pari a 29,4 milioni di persone, equivalenti al 55% della popolazione complessiva di età superiore agli 11 anni. La prima direttrice di analisi, come avrete intuito, porta a montare un paragone con il passato: rispetto all’ormai lontano 2008, il dato è in crescita del 4%. Analizzando la sua composizione più nei dettagli, tuttavia, emerge come accennato che i consumatori quotidiani sono in netta minoranza rispetto allo stesso periodo temporale – il 41% sul totale di oggi contro il 55% del 2008.
Ne consegue che, se è pur vero che i consumatori di vino in Italia sono in aumento, sono diventati relativamente “infedeli”. Tracciando un identikit troviamo che i consumatori sono in prevalenza maschi (58% del totale) e ormai in età matura, con gli ultrasessantacinquenni che di fatto rappresentano la fetta più considerevole della torta (28%), seguiti a ruota dal 40% equamente diviso tra le fasce 55-64 e 45-54.
Complessivamente, dunque, nell’ultima decade e mezzo il profilo del consumatore tipo di vino in Italia è profondamente cambiato: i quotidiani nel 2008 erano 15 milioni, mentre oggi sono appena 12 – una diminuzione più o meno bilanciata, come accennato in precedenza, dal balzo dei cosiddetti consumatori saltuari, passati dai 12,6 milioni di quindici anni fa agli attuali 17.
Un calo, quello dei consumatori abituali, che di fatto ha interessato tutte le fasce d’età: in questo contesto a registrare il crollo più repentino è la 35-44 (-50%) e la 25-34 (-38%). Per quanto riguarda i saltuari, invece, si registrano picchi positivi (+85%) nella fascia 55-64 e +70% in quella dei più anziani ancora.
In definitiva i consumatori di vino sono per l’appunto aumentati in numero (una conseguenza, con ogni probabilità, anche del fatto che la popolazione ha un’età media sempre più alta) ma si sono fatti più sporadici, più attenti: sarà interessante, da un anno a questa parte, vedere se iniziative come le etichette con avvertenze sanitarie – già realtà in Irlanda – verranno introdotte anche in Italia e verificare il loro effettivo impatto sui consumo.