Conseguenza dei fioretti dell’anno nuovo, o già si sentono gli effetti della campagna “proibizionista” europea e delle dichiarazioni della World Heart Federation? In Emilia-Romagna il settore del vino suona l’allarme: gli ordini si sono azzerati, le ultime fatture risalgono a Natale e sempre più aziende (il 20% circa) non riescono più a rientrare nei costi per il blocco dei listini.
La crisi riguarda un po’ tutte le strategie di mercato: chi è solito vendere a ristoranti, wine bar e alberghi si trova a fare i conti con la risalita dei contagi, mentre chi esporta in Paesi fuori dall’Unione Europea deve mettere in preventivo costi di trasporto quintuplicati e volumi sensibilmente ridotti. Infine, come vi abbiamo accennato, rimane il problema del blocco dei listini: i prezzi sono bloccati da mesi nonostante i rincari dell’energia e di tutti materiali necessari, dalle bottiglie ai tappi alle confezioni. “Serve liquidità alle imprese del vino, si rischia la paralisi” commenta Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, che chiede a gran voce l’introduzione di “agevolazioni creditizie e strumenti finanziari più flessibili”.